domenica 19 settembre 2010


FURIT AESTAT 2010

O ESTATE.........O ESTATE......che cos'è la vita

Al bove che sul colle o la pianura
Brucia l'erba se ronzano moleste
Mosche d'intorno pungono s'accende
Si rimescola bolle si rivolta
Il sangue annebbia al suo veder le cose
Allor come un richiamo di repente
Alza la testa e scuote il collo gli occhi
Divampan sanguigni le radici
Sbuffan un sordo mugghio breve
Attorciglia la coda all'impazzata
Corre né strado piu'vedendo
Campi arati fiori calpestando fino
A quando piu' lo stimolo gli orecchi
Non gli rintrona ansando per la corsa
E sotto la canicola che sferza
All'assillo non trova altro rimedio
Allor che ferma per un poco il passo
Che di correr ancor scalpitare
O estate estate …..al sol che sulla terra
Proietta i raggi animali ardono
L'aria tutto l'universo mondo
Infiammando fittissimo velame
Getta sul volto piovano le nubi
Acqua ristoratrice sulla terra
Che pura fresca intorno...intorno renda
L'aria che si respira i corpi e l'alme

Troppo infocato è il sol le preghiere
Imploranti i gridi non ascolta
Ma spietato alle cose accomunando
Uomini animali come belva
Inferocisce tuttavia sul mondo
Seccan le biade per i campi i rivi
Non gorgoglian piu' tra sassi ed erbe
Impoveriti d'acque a poco a poco
Finiscono la vita come lampa
Che vien meno al mancar dell'alimento
Le sorgive che lieto ai gioghi alpestri
Fan l'andar ristorare gli augelli
La greppia che poscola meriggia
Poverelle non chiamano a un gocciar
Solo di tanto in tanto par che vivano
Come ai singhiozzi un cessato pianto
Da sassi e strade son rifratti i raggi
Il caldo mozza al respir la vita
A fosa è l'aria....O ESTATE O ESTATE cessa
D'infuriare sui viventi almen
Un ristoro brevissimo concedi
E non vento che l'aere piu'infochi
Soffi...ma tu non odi spietato
Sei nella notte non ti muove alcun
Pieta' di noi come si gridi e preci
Supplichevoli a te non elevasse
Misera progenie dei mortali
Estenuato è il nostro corpo gli arti
Non ha piu' possa a stringer o ad andare
Non ha piu' flusso il sangue rilassati
I nervi sono e brucia la natura
Tutto riarde e perde vita O ESTATE
Cessa dall'infuriare sopra i viventi
Sulla terra che produce i frutti
Come dentro un recinto ove gran fuoco
Arde cui sempre nuova legna afforza
Ferro e pietro entro il recinto tutto
E' arroventoto infuria senza posa
Cosi' l'estate col suo caldo alito
A noi mite non dona frescura
Pur infuria lo spirito nel mondo
Spirito malo agli uomini nemico
Come fornace il fuoco cosi' il vizio
Fiamme attorno OH...il fuoco che s'apprende
Alle vesti vicine agli arboscelli
Alla paglia e al liquido elemento
Combustibile polvere carta tutto
Avvolge nella vampa tutto strugge
Del male che divampa intorno
Infuria il male dentro l'alma scende
Distrugge ogni pensiero lo sfolgorio
Della mente velando verso il ben
Al suo tocco macisce il cuor come
Frutto sul melo che dal verme è roso
La volonta' si snerva il corpo inferma
Si disfa come roccia sgretola
Qundo dal gelo si discioglie o l'acqua
Sopra per lunghi secoli le cade
Cosi' l'uomo è un vento caldo il male
Il male è un vento ghiaccio
Scava ahimè che verde fiori freutti
L'albero non ha piu'
Dalle bolge infernali è risorto
U/n angelo ribelle ei fiammeggiante
Ruota la spada incendia ove colpisce
Misura con l'avido sguardo
Tutta la terra dove l'uomo si posa
Nell'anima gli entra implacabile
Tormenta perseguita sogghigna
Sente per entro alle sue fibre in cuor
Nel cervello nel sangue nelle vene
Nell'alma in tutto l'esser fiamma
Che lo martira in un'angoscia orrenda
Fugge da se stesso dal cospetto
Caino dopo che alla morte
Diede il fratello lo divora il fuoco
Del rimorso gli accenti di dolcezza
I dolci sguardi dei figliuoli indarno
Gli percuotono l'orecchio gli occhi suoi
Fuggono tutto non c'è cosa alcuna
Che placare lo possa ristorare
L'uomo che nll'Orto degli Ulivi a sera
Tradi' con un bacio
Dicendo in cuore si sentia entrare
Fuoco d'inferno e all'ardor non resse
Fuggi' con gli uomini parlo' il prezzo orrendo
Gli avean versato...ah che le mani tutto
Il suo corpo ove tocca quel danaro
Brucia alla terra al cielo all'inferno
Chiede ristoro contro lo foco corre
Forzennato accecato aq trovar morte
Aah qui' sopra la terra oro e piaceri
Odio rabbia vendetta ardono
A trovar altra fonte ahimè che l'oro
No sazia mai ne saziano i piaceri
L'odio la rabbia la vendetta quando
L'uomo s'è alla trist'opera tuffato
Altr'odio rabbia genera vendetta
Altro foco accende con scontento
Con rimorso fa nell'anima un vuoto
Scava un abbisso ove precipitando
Ogni gioia si perde ogni luce
Soltanto amore l'anima riempie
L'odio divide spopola distrugge
Vascello fantasma chegli oceani
Solca cercando il termine del mondo
Ultimo punto ah....il termine non tocca
Mai altri mari poi tentando in-vano
Finchè ritorna al primo suo cammino
A rifar il giaggio che gia' fece
Ah i piaceri incantano piu' oltre
Piu' oltre gridan vendetta e odio
Insinua all'uomo del peccato l'uom
Non sa che arretra che un fredda fossa
Scava la sua vita insaziata
Fresca aura al calor che s'avvolge
Penetra notte e giorno
Ma cs'è mai la vita
Spinge lo sguardo ad ogni estremo limite
Tutto il tempo passar umile
Domandar prestarsi al bene
Ogni bene per un puro amore
Scrivere pensare cantare sognare
Palpitare ad ogni bello intatto
Serbando in petto ardente cuor....
Sete cocente che bruci il corpo
L'anima ristoro ad un fonte
Possa trovare alfine O ESTATE.....O ESTATE
Che con furia t'abbatti sulla terra
Cessa dal tuo furor....ma cos'è mai
Ditemi per pieta' che prende e brucia
Tutta la vita......che cos'è mai.

Enrica Maltesta

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