venerdì 13 aprile 2012

VOLONTARI - ANGELI DELLA SOCIETÀ - PORTATORI DI ENERGIA






Ci siamo sempre domandati qual è il sentimento che fa pedalare il mondo del volontariato, persone verso l'altro sconosciuto, indifferentemente dalla fede che ognuno professa e dagli errori che mordono le carni e rendono velati gli occhi.

Essere parte di questo volontariato sta a significare il buon sentimento cristiano che non conosce nemici, disconoscendo qualunque prigione dell'indifferenza. Molti gruppi e associazioni operano su fronti perennemente avversi, in terre di nessuno, dove il modo migliore per risolvere un problema è ignorarlo. Fare il volontariato vuol dire sottoscrivere un confronto che non viene mai meno e che diventa portatore d’idee nuove. Sinonimo di quel miglioramento che è possibile attraverso gli obiettivi comuni, quando sono chiari, e l'agire comune è conseguenza delle competenze e dei ruoli definiti.


Un volontario deve essere forte, interlocutore credibile e di non accontentarsi di supplire vuoti istituzionali, in quanto è consapevole di essere custode di un'attenzione sensibile, non accudente-assistenzialistica, ma portatrice di energia sufficiente a spostare le assi del coordinamento sociale.


Proprio questa solidarietà costruttiva permette di dare voce alle tante angosce e disperazioni nelle tante afflizioni.



In questo malessere il volontariato occupa gli spazi del dolore cambiandone la storia, dove ogni uomo è persona in quanto simile all'altro, persino quando ha dimenticato la pietà per lunghi periodi.


                                                            Enrica Malatesta

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