venerdì 5 giugno 2015

ECONOMIA



               BANCHE VAMPIRI DEL SECOLO


                 GLI ITALIANI PAGHERANNO I LORO DEBIDI!

   VIENE SPONTANEA UNA DOMANDA..QUALI DEBIDI E CON CHI SONO STATI FATTI!!!!!


Il 14 Maggio il Senato della Repubblica italiana ha autorizzato le banche a fare quello che in tecnicese viene chiamato bail-in: gli istituti che presentano problemi finanziari ed economici, invece di ricorrere a fonti esterne per recuperare le perdite (bail-out), potranno “scaricare” parte delle proprie perdite sui conti correnti dei propri clienti (al di sopra dei centomila euro) e farle pagare agli azionisti e ai creditori non garantiti. Un “trucchetto” finanziario, volutamente taciuto (ovviamente per evitare la corsa degli italiani a svuotare i conti correnti e a svendere le proprie azioni), che a breve sarà definitivamente approvato dalla camera dei deputati e diverrà legge dello Stato. Qualcosa che il numero uno della Bce, Mario Draghi, e molti altri avevano previsto già da tempo (se ne parlò già nel 2012 e il governatore della Banca d’Italia, Visco, ne ha parlato anche non più tardi di un paio di mesi fa, a Marzo).
In questo modo i danni causati dalle speculazioni azzardate dei banchieri non saranno più pagati dai responsabili, ma dai correntisti e da alcune categorie di azionisti. Un sistema, quello introdotto in grande silenzio dal “nuovo che avanza” (al secolo il governo di Matteo Renzi e dai parlamentari che lo sostengono), che non è affatto nuovo. Ad imporre una misura simile fu Giuliano Amato durante il suo primo mandato da Presidente del Consiglio e, precisamente, l'11 Luglio 1992.
Allora il governo Amato emise un decreto che prevedeva, tra l’altro, il prelievo forzoso di denaro (il 6 per mille) dai conti correnti bancari e, come se non bastasse, retroattivamente. Ai tempi scoppiò uno scandalo. La norma, assolutamente impopolare, venne giustificata affermando che il Paese si trovava in una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica.
Oggi, ad essere in crisi non è tanto la finanza pubblica quanto, piuttosto, le banche: nonostante il governatore della Banca d’Italia Visco abbia parlato di “crediti deteriorati, oggi pressoché inesistenti”, altri numeri (quelli dello studio condotto dall’Associazione bancaria italiana e dal Cerved) parlano di 189 miliardi di euro di “sofferenze” delle banche italiane. Una somma enorme, resa ancora più pericolosa dal fatto la sua incidenza sul totale dei crediti erogati è doppia rispetto alla media aggregata dell’Eurozona (dati confermati dalla stessa Banca d’Italia, a dicembre scorso). Come se non bastasse, sulle banche grava l’agonia finanziaria della Grecia: nelle ‘casse’ delle banche italiane giacciono junk bond greci (“titoli spazzatura”, come si definiscono in “tecnicese”) per oltre 40 miliardi di euro.
L’Italia è il terzo Paese europeo per possesso di titoli di Stato ellenici (dopo Germania e Francia, dati Bloomberg), e il default della Grecia non potrebbe non avere conseguenze pesanti sulla situazione delle banche italiane.
                                                                                                                         ENRICA MALATESTA

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