martedì 16 maggio 2017

PIOXII PAPA DI FATIMA







     

Nel 2017 non ricorre solo il centenario delle apparizioni mariane di Fatima, ma anche quello della consacrazione episcopale dell’allora mons. Eugenio Pacelli, avvenuta proprio il 13 maggio, lo stesso giorno della prima apparizione della Santissima Vergine ai tre Pastorelli. Divenuto, il 2 marzo del 1939, il 260° Successore del beato Apostolo Pietro col nome di Pio XII, egli fu il primo vero “papa di Fatima”.

«La Beata Vergine, la Madonna del Rosario venerata a Fatima, la Santa Madre di Dio che portò la vittoria a Lepanto, vi assisterà con la Sua potenza» (S. S. Pio XII, enciclica Saeculo Exeunte)



Tutto ebbe inizio nel 1917. La Prima Guerra Mondiale stava infuriando da diversi anni ormai, senza mostrare alcun segno di una imminente e pacifica conclusione, perciò Papa Benedetto XV si rivolse con una supplica alla Beata Vergine Maria, per mezzo della Quale tutte le grazie vengono dispensate. Egli chiese urgentemente a tutti i Cristiani di implorare la Beata Vergine Maria per ottenere la pace nel mondo, e di affidare questo compito solenne a Lei solamente.
_05-pio-xii-su-fatima-4
Benedetto XV desiderava che il mondo «facesse ricorso al Cuore di Gesù, trono di grazie, e che a questo trono si facesse ricorso per mezzo dell’intercessione di Maria», ed ordinò che l’invocazione “Regina della Pace, prega per noi” fosse aggiunta permanentemente nelle Litanie Lauretane. Infine, fiducioso nel riporre la pace del mondo nelle Sue mani, il Santo Padre fece questo appello:


«A Maria, che è Madre di Misericordia ed onnipotente per grazia, fa che si levi un appello amoroso e devoto da tutti gli angoli della terra – dai nobili templi alle più piccole cappelle, dai palazzi reali e le magioni dei facoltosi alle capanne più povere – dalle pianure e dai mari coperti di sangue. Che esso porti a Lei il lamento angosciato delle madri e delle mogli, i pianti dei piccoli innocenti, i sospiri di tutti i cuori generosi: Che la Sua più tenera e benigna sollecitudine possa muoversi a compassione e che la pace che chiediamo per il nostro mondo concitato, possa infine essere ottenuta».

La Beata Madre rispose assai velocemente alla supplica agonizzante del Papa. Solo otto giorni dopo, la Vergine Maria apparve a Fatima, donando al Papa ed all’umanità un piano per la vera Pace. 


Tuttavia, questo piano prevedeva l’obbedienza della gente, e specialmente del Vicario di Cristo in terra, il Papa. Dio e la Beata Vergine hanno accettato di donare al mondo la pace, ma poiché è stato il Papa ad aver richiesto che gli venisse mostrata la via per la pace, la sua cooperazione nei progetti del Cielo diventa fondamentale.

Va però precisato – per una completa conoscenza dei fatti – che le Apparizioni ai tre Pastorelli iniziano l’anno prima, nel 1916. 


Il Signore inviò l’Angelo della Pace ai tre Bambini per prepararli all’incontro con Maria. Questo particolare ci dimostra che le coincidenze non esistono, o meglio, non esiste “il caso”, ma che tutto è preparato dai misteriosi disegni della Divina Provvidenza, e che ben si comprendono quando Essa incontra Anime disposte a credere e ad operare secondo i voleri di Dio.

Con la conoscenza personale ed il consenso poi di Papa Pio XI, il 13 ottobre 1930, il Vescovo di Leiria (la diocesi che ha al suo interno Fatima), mons. da Silva, annunciò i risultati dell’indagine ufficiale su Fatima, in una lettera pastorale riguardante le apparizioni, approvandole in tutto.
Il Sommo Pontefice Pio XII (nato a Roma il 2 marzo 1876, Pontefice dal 2 marzo 1939 e deceduto il 9 ottobre 1958), al quale la storia stessa riconosce il bel titolo di “Pastor Angelicusla cui consacrazione Episcopale aveva avuto luogo il 13 maggio 1917, data della prima apparizione della Madonna a Fatima, fece molte cose per incoraggiare questa devozione. 

Egli fu conosciuto come il “Papa di Fatima”. 

Egli affermò: «Il tempo di dubitare Fatima è passato, è giunto il tempo di agire». Mentre la statua della Vergine Pellegrina stava girando l’Italia, ed avvenivano molti miracoli dovunque si fermasse, Papa Pio XII affermò con stupore: «Non crediamo ai nostri occhi».

E fu proprio il Venerabile Pio XII a parlare ufficialmente di Fatima, nel 1940, per la prima volta in un testo Pontificio ufficiale con la sua enciclica Saeculo Exeunte, che era stata scritta per incoraggiare la Chiesa in Portogallo ad aumentare la sua attività missionaria straniera. 


Nel testo, egli affermò che «lasciate che fedeli non si dimentichino, specialmente quando recitano il Rosario, così raccomandato dalla Beata Vergine Maria di Fatima, di chiedere alla Vergine Madre di Dio di ottenere le vocazioni missionarie, con frutti abbondanti per il più alto numero possibile di anime…». Egli concludeva l’enciclica con queste parole: «La Beata Vergine, la Madonna del Rosario venerata a Fatima, la Santa Madre di Dio che portò la vittoria a Lepanto, vi assisterà con la Sua potenza».

Inoltre, nel 1940, il Santo Padre indicò la Madonna di Fatima come Patrona della nuova diocesi di Nampula, in Mozambico. Era il primo patronato ufficiale e pontificio affidato alla Madonna del Rosario di Fatima.

Nell’ottobre del 1942, in risposta ad un messaggio inviatole dalla veggente Suor Lucia Dos Santos nel 1940, Papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria, con una menzione speciale per la Russia. All’inizio del 1943, Suor Lucia, però, spiegò che Nostro Signore le aveva detto che avrebbe accettato questo Atto di Consacrazione per contribuire a far finire prima la Seconda Guerra Mondiale, ma che esso non avrebbe ottenuto la pace nel mondo.

Come predetto, questo atto ottenne la fine della guerra, ma non portò quella pace che aveva promesso la Madonna, dato che non si era trattato di una consacrazione specifica della Russia, e per via del fatto che i vescovi di tutto il mondo non vi avevano partecipato. 


Pio XII non si scoraggiò e il 4 maggio 1944, fece istituire la Festa del Cuore Immacolato di Maria. Nel 1946, il Cardinale Masella, in veste di Legato personale del Santo Padre, incoronò la Madonna di Fatima “Regina del mondo”.

Nel 1950, Papa Pio XII disse addirittura al Maestro Generale dei Dominicani: «Dite ai vostri religiosi che il pensiero del Papa è contenuto nel Messaggio di Fatima».

Il 13 ottobre 1951, il Legato Pontificio, Cardinale Tedeschini, fu inviato a Fatima per la chiusura dell’Anno Santo. Egli disse alla folla che Papa Pio XII aveva visto in persona, ripetuto a Roma, il Miracolo del Sole che era avvenuto durante l’ultima apparizione di Fatima.

È ovvio che l’amato Santo Padre aveva scelto Fatima per questo evento così importante, in modo da destare attenzione al Messaggio della Madonna di Fatima. Pio XII aveva infatti ricevuto la grazia di vedere il Miracolo del Sole, in quattro occasioni distinte, durante l’anno precedente: il 30 e il 31 ottobre, il 1° novembre (il giorno in cui Pio XII definì solennemente il dogma dell’Assunzione), e l’8 novembre (l’ottava di quella stessa solennità).

Il mistero della terza parte del Segreto
Il 7 luglio 1952, in risposta alle petizioni dei Cattolici della Russia, Papa Pio XII consacrò la Russia ed il suo popolo al Cuore Immacolato di Maria. L’11 ottobre 1954, Sua Santità pubblicò un’enciclica sul Regno di Maria, ed in esso egli si riferì alla Sua miracolosa immagine di Fatima. Due anni dopo, la Chiesa che sorgeva sul luogo dell’apparizione, a Fatima, venne elevata a rango di Basilica.

Leggiamo ora una vera profezia descritta dal venerabile Pontefice quando era cardinale, nel 1933, in data non sospetta, come si direbbe:

«Supponiamo, caro amico, che il Comunismo [uno degli “errori della Russia” menzionati dal Messaggio di Fatima, ndr] fosse solo uno degli strumenti più evidenti di sovversione usati contro la Chiesa e le tradizioni della Rivelazione Divina… Sono preoccupato per il messaggio che la Beata Vergine ha dato a Lucia di Fatima. Questo insistere da parte di Maria, sui pericoli che minacciano la Chiesa, è un avvertimento divino contro il suicidio di alterare la Fede, nella Sua liturgia, la Sua teologia e la Sua anima… Sento tutto intorno a me questi innovatori che desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e farla sentire in colpa per il suo passato storico. … 

Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà allora tentata a credere che l’uomo sia diventato Dio … Nelle nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li aspetta. Come Maria Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno: “Dove Lo hanno portato?”» (Citazione riportata nel libro Pius XII Devant L’Histoire, Editions du Jour/Robert Laffont, 1972, pp. 52-53).

Dal canto suo, il cardinale, domenicano, Fr. Luigi Ciappi, uno dei pochi uomini al mondo che lesse l’intero segreto di Fatima, ebbe a dire: «Nel Terzo Segreto viene predetto che, tra le altre cose, la grande apostasia nella Chiesa inizierà dai suoi vertici».

A ben leggere anche l’intervento di papa Leone XIII con il suo primo esorcismo a seguito di una visione, è ben chiaro che si sta parlando tutti del medesimo pericolo di cui Maria Santissima è venuta a “confermarci”, a metterci sull’avviso, offrendoci la chiave per uscirne fuori.

Il Pastore supremo che coraggiosamente scomunicò nel 1949 i comunisti atei, ma che si era adoperato indefessamente per l’assistenza alle vittime della seconda guerra mondiale, che già preconizzava della futura Europa unita: «Tecnicamente gigante, spiritualmente atrofizzata», nel Battesimo, al nome di Eugenio, veniva aggiunto quello di Maria, per sottolinearne, come facevano una volta i genitori cristiani, la protezione della Santissima Vergine. 

Giovane diciottenne, il 13 dicembre 1894, si iscriveva nella Congregazione mariana dei Gesuiti in Roma. Celebrava la sua prima Messa dinanzi alla Salus Populi romani di Santa Maria Maggiore (3 aprile 1899). Il suo primo discorso da sacerdote fu sulla Vergine. Veniva consacrato vescovo il giorno stesso in cui a Fatima appariva la Madonna (13 maggio 1917). La sua elevazione a cardinale fu annunciata la vigilia dell’Immacolata (7 dicembre 1929). 

Eletto Papa il 2 marzo 1939, nello stringere tra le mani il timone della nave di Pietro, affidava il suo pontificato a Maria Stella del mare. Si ammalò la prima domenica di ottobre (5 ottobre 1958), festa della Madonna del Rosario; spirava, con il rosario in mano, il 9 ottobre.

Il secolo XX è stato definito il “secolo di Maria”. Ma per taluni, nemici della devozione a Maria, si è rivelato piuttosto l’era delle «esuberanze della devozione mariana», culminate con il pontificato di Pio XII. Però egli è il Pontefice più citato dal Vaticano II, concilio non certo incline al facile e superficiale devozionalismo. Per cui dobbiamo asserire: Pacelli è stato Papa mariano perché cristocentrico. Ben consapevole dell’adagio: De Maria numquam satis (antica espressione, attraverso la quale si afferma che di Maria non se ne parla mia abbastanza), egli costantemente ha esortato mariologi e pastori d’anime ad unire la pietà mariana, solida e profonda, con la teologia fondata sulla Bibbia, la tradizione e il magistero della Chiesa.

Ecco come Pacelli delineava la consacrazione a Maria, sicuro mezzo di unione a Cristo



Il 21 luglio 1947, nel discorso tenuto ai pellegrini convenuti a Roma per la canonizzazione di San Louis Marie Grignion de Montfort, affermava: «L’autore del Trattato della vera devozione a Maria Vergine distingue con pochi tratti questa autentica devozione da una falsa devozione più o meno superstiziosa… La vera devozione, quella della tradizione, quella della Chiesa, quella, diremo Noi, del buon senso cristiano e cattolico, tende essenzialmente all’unione con Gesù, sotto la guida di Maria.

La forma e la pratica di questa devozione possono variare a seconda del tempo, dei luoghi e delle inclinazioni personali. Nei limiti della dottrina sana e sicura, dell’ortodossia e della dignità del culto, la Chiesa lascia ai suoi figli un giusto margine di libertà».

E nel 1958, ancora ai Monfortani, puntualizzava: «I missionari della Compagnia di Maria sono stati chiamati a guidare le anime a nostro Signore per mezzo della Santissima Vergine, nello spirito della devozione speciale che il Fondatore possedeva in alto grado»Parlando dell’Eucaristia e della Vergine, Pio XII ricordava«Maria non ha altro desiderio che di condurre gli uomini a Cristo, di introdurli nel cuore del mistero della redenzione che è l’Eucaristia». 

Egli, che nel 1953 aveva approvato una riforma del Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria, risalente al sec. X, e che ogni anno raccomandava il mese mariano di maggio, il 26 aprile 1958 ribadiva«L’essenza della devozione a Maria consiste in primo luogo… in un sentimento filiale, che cerca di contraccambiare in qualche modo il suo amore di madre. Ma la venerazione non sarebbe sincera, la confidenza non sarebbe veramente profonda e l’amore non andrebbe oltre il sentimento e le parole, se l’anima che si dice devota di Maria, non si studiasse di imitarne le virtù, di ritrarne in sé la vita».


Nell’atto di consacrazione della Chiesa e di tutto il genere umano al Cuore Immacolato di Maria (31 ottobre 1942), Pacelli non faceva alcun accenno alla lettera di suor Lucia di Fatima, che raccomandava, secondo le parole della Vergine, tale consacrazione, ma in primo luogo erano i fondamenti teologici a indurre il Pontefice a quel gesto consacratorio. 

Il magistero mariano di Pacelli è sterminato, così come quello – è bene dirlo – di Papa Leone XIII, anch’egli profondamente mariano e il Papa del Santuario di Pompei.


E.M                                                                                          

_05-pio-xii-su-fatima-3

Nessun commento: