venerdì 11 agosto 2017

ERARIO




                           DANNO ALL'ERARIO


 INCARICHI DIRIGENZIALI A SOGGETTI ESTRANEI ALLA PA


                       

Senza fare dietrologia riportiamo fatti citati dall'unica fonte nel campo dell'informazione il Quotidiano della PA, mentre tutto tace, stampa compresa. 

L'articolo del quotidiano menzionato sottolinea una delle tantissime irregolarità che il nostro paese deve subire: il mal costume che impera, e quello più grave...ai danni dell'erario.


La conoscenza del fatto è nata da uno esposto dettagliato alla Procura regionale della Corte dei Conti, segnalando che un Ente Regionale della Lombardia, conferiva da parecchio tempo, incarichi apicali a soggetti non appartenenti alla
pubblica amministrazione, ma fuori di essa.

Così il 17 giugno 2017 con sentenza n° 91 la Corte dei Conti condannava tutti i coinvolti per danno all'Erario.


A tale riguardo abbiamo voluto sentire il segretario generale aggiunto della DIRSTAT, dott. Pietro Paolo Boiano che da noi raggiunto ci ha rilasciato questo comunicato stampa:



- L
a vexata quaestio della dirigenza pubblica è ormai scaduta a fastidiosa quanto pretestuosa solfa. 


Non è bastato che la Corte Costituzionale chiudesse con una inequivocabile pronuncia un lungo iter contenzioso dinanzi alla giustizia amministrativa e demolisse maliziosi interventi legislativi, stabilendo in via definitiva che l’accesso alla dirigenza pubblica puo’ avvenire sempre e soltanto mediante procedure concorsuali. Non è bastato, visto che la PA continua ad operare in dispregio di quanto statuito dalla Consulta, che è poi il dettato della Costituzione. 


A tanto si aggiunge che il perdurare di comportamenti dilatori e distorsivi non sfuggono all’attenzione della Magistratura Contabile che vi coglie concrete ipotesi di danno erariale in relazione all’ingresso nei ruoli dirigenziali di figure estranee le cui nomine avvengono secondo il criterio “intuitu personae”Tale metodo non soddisfa le regole della trasparenza perché non é dimostrato per tabulas che un prescelto esterno abbia numeri e requisiti mancanti ai soggetti presenti nei ruoli organici. 


E c’é di più perché accade pure che taluni funzionari si collochino in posizione di aspettativa per essere poi chiamati a rivestire funzioni dirigenziali anche apicali. La vicenda che ne occupa si incentra sulla riforma Bassanini che fu Ministro della Funzione Pubblica e quindi sull’ormai famoso art.19c.6 della legge 165/2001 che prevede appunto l’assunzione di dirigenti dall’esterno.


Il prof.Bassanini, interpellato al riguardo, non disconosce la sua riforma, anzi ne conferma la ratio a condizioni però che la P.A. richieda l’apporto di figure esterne in possesso di competenze mancanti ali suo interno. 


Da tale intricata situazione la P.A. non può uscirne per vie improbabili né con misure dilatorie o con provvedimenti che creano più problemi di quanti pensi di risolverne.


Politica e burocrazia, l'una invasiva per definizione, l’altra abbarbicata ad interessi personalistici, non possono coabitare, e se pensano di insistere su questa china vuol dire che si sono votate al “ cupio dissolvi”.


 Dr.Pietro Paolo Boiano


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