lunedì 16 ottobre 2017







                              11 Settembre                                                                 

          Nicholas Rockefeller e Aaron Russo 

                             

                     sapevano già tutto prima?




                                   

«Ci sarà un evento, e di conseguenza invaderemo l'Afghanistan per farci passare gli oleodotti per il Caspio; possiamo andare in Iraq per prendere il petrolio e stabilire basi nel Medio Oriente e fare del Medio Oriente parte del nuovo ordine mondiale, e poi andremo contro il Venezuela… questo risulterà dall'evento».


Così avrebbe detto Nicholas Rockefeller al suo amico produttore e regista Aaron Russo.
Undici mesi prima dell'11 settembre. (1)
Lo ha rivelato lo stesso Aaron noto produttore di vari film (fra cui «Una poltrona per due» con Eddie Murphy), noto impresario (ha portato i Led Zeppelin negli USA), proprietario di un night a Chicago; inoltre ha concorso nel '98 come aspirante governatore del Nevada (è arrivato secondo con il 26 % dei voti), nel 2004 si è candidato alla presidenza USA, poi ha preferito concorrere nella nomination di un Libertarian Party; crede alla medicina alternativa, si oppone alla tassa diretta sul reddito, vuole ritornare al gold standard, sostiene apertamente che l'11 settembre sia stato «un lavoro interno», favorisce l'uso medico della marijuana.


Inoltre, è un ebreo di New York, forse discendente dalla famiglia di quel Baruchya Russo che guidò l'ala più estrema dei seguaci del falso messia Sabbatai Zevi, che praticavano l'incesto… insomma un personaggio che pare conoscere a memoria i libri di David Icke.
Ciò non toglie che il suo ultimo film, «America: from freedom to fascism» - un documentario contro la «persecuzione» che l'ufficio delle imposte dirette scatenerebbe contro i cittadini - sia stato accolto all'ultimo festival di Cannes con impressionato favore.


E chi è il suo supposto interlocutore che gli avrebbe fatto la scottante rivelazione?

Il suo interlocure sarebbe Nicholas Rockefeller nelle scottanti rivelazioni.


Il rampollo della celebre famiglia, è membro del Council on Foreign Relations, socio di uno studio legale internazionale (Perkins Coie, LLP) che rappresenta grandi aziende americane nei loro affari all'estero, presidente di Rockefeller Asia che ha fatto investimenti diretti ragguardevoli sui mercati emergenti asiatici, nonché partner-manager di un colosso edilizio chiamato Rockvest Development Group, che dispone di una filiale che è anche un fondo d'investimento, il Rockefeller International Fund.

E come mai Russo conosce uno come Nick Rockefeller?
Lo Russo, sostiene che, «più volte è stato avvicinato da vari Rockefeller e da altri oligarchi del Council on Foreign Relations che volevano cooptarlo» nel quadro del progetto per il governo unico mondiale: gli avrebbero promesso, in cambio di «esentarlo da ogni misura da Stato di polizia che stanno infliggendo ai cittadini in generale»; ma lui ha rifiutato, dice «tutte le cose che ha saputo» da quelle frequentazioni senza paura delle conseguenze, perché «è in gioco la libertà delle generazioni future»: purissimo David Icke.

Russo ha fatto la sua rivelazione nell'Alex Jones Show, il programma radiofonico più alternativo d'America, collegato al sito PrisonPlanet a cui dobbiamo molte serie, credibili, gravi informazioni sull'11 settembre.

Lo Russo ha spiegato fra l'altro che le famiglie della oligarchia (di cui i Rockefeller sono gli storici leader) hanno «creato e finanziato il movimento di liberazione femminista per poter tassare l'altra metà della popolazione, e far sì che i bambini vengano allevati ed educati in scuole di Stato anziché in famiglia».
Ha detto che i membri dell'elite bancaria sono «ossessionati dal progetto di creare una società mondiale del controllo, che obbligherà ciascuno a portare con sé documenti d'identità ed essere identificati in qualunque momento», e ha proclamato che «la Torre 7 è stata fatta cadere con una demolizione controllata, che occorre settimane per preparare».


«Hanno ammazzato migliaia di americani, tutta quella gente saltata dal centesimo piano… se ne fregano».
Del suo colloquio con Nicholas Rockefeller ha dato un resoconto non preciso.
Sarebbe avvenuto «circa» undici mesi prima dell'11 settembre: «Stavo parlando con il mio amico [Rockefeller] e lui mi disse: Aaron, ci sarà un evento…».
«Ma non sono certo che sapesse di che evento si trattasse».
Resta il fatto che Nicholas «sapeva con precisione a cosa avrebbe portato l'evento e quali Paesi sarebbero diventati bersaglio militare per l'oligarchia».


Tutto quel che si sa di Russo può bastare ad identificarlo come un provocatore, che si infiltra nei gruppi alla ricerca della verità alternativa sull'11 settembre, ne accoglie le tesi esagerandole fino a renderle incredibili, allo scopo di screditare la parte di verità che contengono.
Esattamente ciò che, secondo chi scrive, fa David Icke.
Ma è davvero così?
Il Nicholas Rockefeller di cui si parla appare coinvolto in una faccenda stranissima, tragica e misteriosa, tale da far impallidire ogni fantasia tipo David Icke.
1997 quando 39 membri di una setta chiamata Heaven's Gate (Porta del Cielo) vengono trovati morti in un lussuoso ranch di Santa Fe, California.
Tutti i corpi sono sistemati in letti a castello, vestiti di una tuta nera, scarpe Nike ai piedi, un velo triangolare sul volto.
Apparentemente un suicidio di massa.

Il capo della setta, Marshall Applewhite, ha lasciato un video messaggio in cui spiega che lui e i suoi adepti hanno abbandonato il corpo fisico per raggiungere i loro creatori alieni approfittando del passaggio vicino al pianeta della cometa Hale Bopp.

La setta infatti univa un cristianesimo all'americana con la ferma credenza negli UFO e l'attesa ormai prossima della fine dei tempi; gli adepti risultarono essere membri della più alta società finanziaria internazionale.
Ebbene: i cadaveri furono scoperti da un tizio, di nome Nick Matzorkis, che sembra fosse in rapporti di lavoro (da imprenditore di computer, impiegava alcuni adepti per creare siti internet) con la setta della Porta del Cielo.

Fatto sta che Matzorkis divenne istantaneamente celebre, e intervistatissimo dalle TV americane. Proprio per questo, fu riconosciuto da agenti che lo ricercavano da anni per truffe e furti, e finì in galera.
Breve disavventura.

Presto Matzorkis, uscito dal carcere, riesce a raccogliere 54 milioni di dollari in una «offerta iniziale d'acquisto» per una sua impresa, chiamata US Search.com. una sommetta niente male per un pregiudicato senza entrature nel mondo della finanza.

E la nuova impresa ha successo.
Tanto che nel 2002 il personaggio lancia nella Cina comunista una ditta del settore, GlobalAgora con un socio importante.


Il socio è Nicholas Rockefeller.


Come dice Daniel Hopsicker che ha scoperto la storia, «non c'è un modo educato di porre la domanda che salta alle labbra: la relazione di Matzkorkis con il Rockefeller ha rapporto con la sua precedente frequentazione della setta Porta del Cielo?».

Certo è che i Rockefeller sembrano avere, per gli UFO ed altre mitologie, un interesse di lunga data.
Il 30 ottobre del 1938 il Mercury Radio Network interruppe le trasmissioni per annunciare al pubblico che i marziani stavano invadendo la Terra: sembrava un reportage autentico, l'America piombò nel panico.
Era invece la nota trasmissione di Orson Wells, la «Guerra dei Mondi».

Ebbene: è poco noto che la trasmissione fu escogitata e finanziata dalla Rockefeller Foundation, che la condusse come «un esperimento sulla paura di massa».
La Rockefeller Foundation, pochi anni prima, aveva fornito fondi all'università di Princeton per fondare un «Princeton Office of Radio Research».
La dirigeva Paul Lazersfeld, un ebreo viennese e psicologo sociale, che lavorò al progetto con Hadley Cantrell, psicologo della CBS (network TV), e Fred Stanton, un super-ricercatore in psicologia che diventò poi presidente del Mercury Radio Network.
In seguito all'«evento» genialmente provocato da Orson Wells, questo ufficio di Princeton elaborerà uno studio-sondaggio sulle reazioni del pubblico (12 americani su cento avevano seguito la trasmissione, e la metà ci aveva creduto spaventandosi ciecamente) dal titolo: «Invasion from Mars - A study on the psichology of pania».

Di quest'opera non sono state diffuse copie, evidentemente era uno studio «interno» in vista di lavori «interni».
Era uno studio su come controllare le reazioni delle masse americane inducendo allarme e paura.
Tutto molto David Icke, certo.

Ma in fondo, cos'è stato l'11 settembre 2001, se non una replica più in grande dell'«esperimento di paura collettiva» del 1938, che ha indotto la popolazione terrorizzata da un nemico invisibile ad accettare le guerre di Bush e le limitazioni gravissime alla libertà personale, fino alla cancellazione dell'habeas corpus?

Forse lo stesso suicidio di massa della setta Heaven's Gate è stato un altro degli esperimenti
di controllo mentale attraverso l'irrazionale, necessario sulla strada di una stranissima «ricerca scientifica» per condurre al grande «evento» dell'11 settembre?

Il popolo americano vive di paure, è la cavia ideale.
O forse è stato reso così dalla guerra totale di percezione in cui è immerso dalla nascita, fra telepredicatori apocalittici e film catastrofici?
E forse i Rockefeller sono i promotori di questa guerra totale di percezione?

Difficile seguire David Icke nelle sue elucubrazioni, come Daniel Hopsicker, benchè sia un bravo giornalista affidabile, il solo che abbia condotto un'inchiesta sulla vita di Mohamed Atta - il presunto capo dei dirottatori di Al Qaeda - mentre frequentava le scuole di volo in Florida, andava a letto con una spogliarellista di nome Amanda Kelly (Hopsicker è stato il solo a intervistarla), sgranocchiava costine di maiale del tutto anti-islamiche, parlava ebraico, sniffava coca e frequentava circoli militari USA… chi vuole, può leggersi la storia di Hopsicker su Rockefeller.

Interessante senza dubbio: appaiono anche Mohamed Atta e Adnan Kashoggi e molti altri personaggi di peso.
E' una storia quasi irracontabile.
Che sfocia in sottofondi da cui non è possibile trarre documentazione e certezze; per questo mi fermo a quel limitare.

Ma è possibile, dopotutto, che Aaron Russo dica la verità.
O almeno quella parte di verità che si può dire, da quei sottofondi oscuri ed occultissimi che sono il mare gnostico del potere mondialista.
Forse il solo modo di dire quelle verità è quello di Russo: da pazzo.

E.M


                                   


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