sabato 27 febbraio 2016
venerdì 19 febbraio 2016
GIORDANO BRUNO
VITA PROCESSO ROGO
Nella ricorrenza della morte di Filippo Bruno, noto con il nome di Giordano Bruno (1548 –1600) e giustiziato, come si sa, in Campo de’ Fiori, a Roma.
Tale episodio – certamente triste – viene puntualmente ricordato e presentato come prova dell’odio che la Chiesa nutrirebbe ed avrebbe sempre nutrivo nei confronti della razionalità e libero pensiero, di cui il celebre frate domenicano sarebbe stato campione. Ora, benché gli storici abbiano da tempo fatto chiarezza su molti aspetti della vicenda, i più ne hanno ancora un’idea molto parziale, ragion per cui può giovare ricordare sinteticamente alcuni passaggi.
Il primo concerne proprio la figura di Bruno, che sarebbe incauto considerare paladino del mondo scientifico o simbolo del pensiero razionale. Il filosofo di Nola, infatti, era attirato anzitutto dal mondo della magia: scrive per esempio lo storico Mircea Eliade (1907 –1986) che se costui «accolse con tanto entusiasmo le scoperte di Copernico, fu anche perché riteneva che l’eliocentrismo avesse un profondo significato religioso e magico» e «quando si trovava in Inghilterra […] profetizzò il ritorno imminente della religione magica degli antichi Egizi quale veniva descritta nell’Asclepius» (Storia delle credenze e delle idee religiose, Bur, vol.III, p. 279).
Anche il temperamento dell’uomo non era esattamente mite, come mostra quanto accadde a Ginevra, capitale del calvinismo, dove Bruno arrivò nel 1579 dando presto alle stampe un testo attraverso il quale – mentendo platealmente, a quanto pare – attaccava violentemente un professore del luogo che non gli aveva fatto nulla. Per questo venne processato dai membri del Concistoro – non cattolico, ma calvinista appunto – e costretto in ginocchio a lacerare il suo opuscolo, ammettendo la propria colpa. Dunque il rapporto di Bruno non fu tempestoso solamente con la Chiesa di Roma.
il processo si concluderà nel 1593 con un non luogo a procedere, ma in conseguenza di nuove denunce e testimonianze ve ne fu una seconda fase del processo, che durò dal 1593 fino al rifiuto della ritrattazione e all’esecuzione capitale, appunto, il 17 febbraio del 1600. C’è da dire che Bruno gettandosi ai piedi degli inquisitori implorando perdono, avrebbe potuto salvarsi abiurando le proprie tesi, cosa che gli fu chiesta anche da san Roberto Bellarmino (1542–1621), che lo incontrò per salvargli la vita (Cfr. Ciliberto – Giorello, Giordano Bruno, Milano 2004, p. 91).
Ciò nonostante le cose andarono come sappiamo e non manca nella Chiesa – di allora e di oggi – il rammarico per una vicenda così drammatica ma che però sarebbe scorretto giudicare con la mentalità di oggi.
Bruno martire della scienza, come i grandi scienziati assassinati, di fatto, la storia è costellata : pensiamo a quando i mitici rivoluzionari francesi ghigliottinarono chimico Antoine Lavoisier (1743–1794), un gigante assoluto, oppure al filosofo, matematico e specialista in ingegneria elettrotecnica Pavel Florenskij (1882-1937), da alcuni ribattezzato il Leonardo da Vinci russo e morto fucilato dal regime comunista; persone le cui morti rimangono ben poco commemorate. Chissà come mai.
E.M
mercoledì 17 febbraio 2016
evento straordinario
A GUADALAJARA
OSTIA CONSACRATA
TROVATA
NELL'OSTENSORIO PIENA DI SANGUE
Mons.
Ramiro Valdes Sanchez, Vicario Generale della Diocesi, è stato
incaricato dal Cardinale Jose Francisco Robles Ortega a presiedere
l’indagine sul presunto miracolo. Mons. Sanchez ha dichiarato:
“Anzitutto, si devono raccogliere le testimonianze di tre persone
presenti all’evento, tra cui il parroco”.
Il parroco della parrocchia di S. Maria
Madre della Chiesa, Rev. Jose Dolores Castellanos Gudino, afferma di
aver visto un lampo di luce e di aver sentito una voce mentre era
inginocchiato in preghiera davanti al Santissimo Sacramento il 24 luglio 2015
La voce avrebbe detto a Padre Gudino: “Suona le campane per far venire tutti qui. Io riverserò le mie grazie sui presenti e per tutto il giorno. Metti sull’altare della chiesa il tuo piccolo tabernacolo che usi per l’adorazione privata, e metti l’ostensorio grande vicino al piccolo tabernacolo.
Aprirai il tabernacolo solo alle 3 del pomeriggio, non prima”.
La voce continua dicendo: “Compirò un
miracolo nell’Eucaristia. Il miracolo si chiamerà ‘Miracolo della
Eucaristia nell’incarnazione dell’Amore insieme alla nostra Madre e
Signora’. Copia l’immagine che ora ti darò e mostrala alla gente”.
Padre Gudino dichiara che la voce gli
disse di condividere il messaggio con altri suoi confratelli sacerdoti
come aiuto per la loro conversione, e che avrebbe riempito di
benedizioni tutte le anime. Quando i parrocchiani si riunirono alle 15,
il parroco dice che “egli si accostò al tabernacolo e aprendolo vide che
l’Ostia consacrata da Nostro Signore Gesù Cristo era coperta di
sangue”.
La voce gli disse ancora di erigere una
cappella per l’adorazione, e di consentire qualsiasi tipo di esame
scientifico a conferma del miracolo. Il Vicario Sanchez ha detto che al
più presto verrà istituita una squadra di esperti per esaminare se vi
sia una spiegazione scientifica al fenomeno, e che campioni di
quell’Ostia saranno studiati a Guadalajara.
“Il Cardinale ha disposto che, nel
frattempo, l’Ostia non deve essere esposta al pubblico, ma custodita in
un tabernacolo sicuro”. Mons. Sanchez afferma che “la dottrina della
Chiesa insegna che quando avviene un evento straordinario, fuori dal
comune, occorre prendere ogni precauzione per determinare se l’evento
può essere spiegato con cause naturali, o se ci vogliono approfondimenti
maggiori nel caso in cui si oltrepassi il naturale e ritenerlo evento
miracoloso”.
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martedì 2 febbraio 2016
SAN PIO
PADRE PIO DA PIETRELCINA
"FARO' PIU' CHIASSO DA MORTO CHE DA VIVO"
Nella notte tra il 22 e 23 settembre del 1969, alle ore 2.30 si spense a 81 anni, Padre Pio da Pietrelcina, venerato come Santo da milioni di fedeli di tutto il mondo, anche se non canonizzato ufficialmente.
Vissuto sotto nove Pontefici, offri' una luminosa testimonianza di Santita' soffrendo sulla proprie carni il martirio delle stimmate e non solo. Stimmate dissolte alla veglia della morte. Ma prima dei funerali i frati si posero un problema: sembrava paradossalmente imbarazzante che i devoti non notassero le stimma, la cui sparizione si sarebbe presentata a "false" e affrettate interpretazioni: decisero quindi di coprire le mani con i quanti, lasciando intendere che le stimmate ci fossero. cosi' migliaia e migliaia di anime lo videro coperto, celando cosi' il dono piu' penoso e piu' sacro.
Il giornalista e scrittore Enrico Malatesta, che ha scritto parecchi libri e articoli, ha voluto far conoscere l'icredibile storia. In uno dei suoi tanti libri "L'ultimo segreto di Padre Pio", le pagine che seguono suscitano nel lettore, che ci si avventura, intensa emozione. La morte di Padre Pio evidenzia contraddizioni e moltiplica inquietanti interrogativi. Documenti, testimonianze e memoriali inetidi permettono ora di ricostruire la drammatica verita' sugli ultimi giorni dell'uomo di Dio che soltanto i semplici di cuore hanno e possono comprendere.
Certamente il lavoro appassionato, ha portato lo scrupoloso biografo a sfidare tutti gli ostacoli di ogni genere, frapposti al suo lavoro: sicuramente rendendogli il percorso arduo, difficile e quindi insormontabile. Ma la costanza, la passione per la verita' lo hanno portato al traguardo. Si deve solo pensare che di Padre Pio non si doveva minimamente parlare.
Va rammentato a tutti... quando Dio decide nessuno puo' intervenire!!
Enrica Malatesta
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