giovedì 27 giugno 2013
martedì 18 giugno 2013
"PSICOLOGIA DELLE TOSSICODIPENDENZE"
IL PARADISO ARTIFICIALE DELLA NON SOFFERENZA
ALL'IMPOSSIBILE SOGNO....DI ESSERE DIO
Ogni
epoca ha vissuto le sue mode intese nella loro più vasta accezione.
Usi,
costumanze, abitudini iniziate da piccoli gruppi di èlite. La
propaganda è il vero strumento di divulgazione della moda. Il
parlare continuamente di droga su tutti i mezzi d'informazione, sia
in buona che in malafede, rappresenta indubbiamente una forma di
pubblicità. Il giovane si avvicina alla droga perché è convinto
che tutti la usano e questo stimola la sua curiosità a provarla per
controllarne la veridicità degli effetti ed appurane la validità,
come stimolante psicofisico o come piacere nella forma dell'euforia,
come evasione o rifugio dalla realtà quotidiana, quindi alla ricerca
di felicità. Un fallace pensiero che porta alla rovina
dell'esistenza, e pensa di risolvere i problemi piccoli e contingenti
del quotidiano attraverso una gamma di desideri appagati
nell'irrealtà: vivere da Dio piuttosto che soffrire da uomo.
L'essere umano deve rammentare che non può vivere di sole illusioni,
la realtà vive con lui e intorno a lui.
È
in tutte le librerie il volume “Psicologia delle
Tossicodipendenze”, pubblicato dalla casa editrice Piccin Nuova
Libraria.
Si
tratta di un lavoro di ricerca il cui risultato deriva dal contributo
di un gruppo di psicologi ed educatori con esperienza di ricerca e di
intervento nel campo della tossicodipendenza. Il lavoro intenso e
scrupoloso è stato guidato dal professore Massimo Canu, direttore
dell'Agenzia capitolina sulle Tossicodipendenze e docente di
Psicologia delle Tossicodipendenze presso la Facoltà di Medicina e
Psicologia dell'Università Sapienza di Roma.
Il
volume rappresenta un vero contributo nel settore specifico ed un
pregio per il richiamo all'attenzione su una tematica di rilevanza
sia sociale che dal punto di vista medico. Nella consapevolezza
dell'allarmante diffusione, aiuta ad un sapere che porta nelle
persone speranza e fiducia ad affrontare e superare gli ostacoli.
Le
riflessioni e il punto di vista sul tema, unitamente alla lettura
psicologica a cui è saldamente ancorata l'importanza del volume,
riconsegnano al fenomeno delle dipendenze significati nuovi che,
nella consapevolezza dell'allarmante diffusione, segnala dati e
statistiche per superare la speranza e la fiducia nelle capacità
della persona ad affrontare gli ostacoli e poterli poi superare.
Il
progetto Minerva, realizzato a Roma e ricco di dati, mette in
evidenza uno spaccato della popolazione giovanile alquanto
articolato, che il mondo politico e gli operatori socio sanitari non
possono ignorare.
Quando
un giovane viene aiutato a trovare la sua strada, anche quando
raggiungerà l'età da canuto, non si allontanerà da essa.
“È
impossibile mettere in ordine i pezzi per chi non ha in testa un'idea
del tutto. A che serve far provvista di colori a chi non sa che cosa
deve dipingere? Nessuno fa un disegno preciso della sua vita,
decidiamo volta per volta. …. I nostri propositi si fuorviano,
perché non ha né indirizzo e né scopo. Nessun vento è buono per
chi non ha un porto stabilito.” M. Montaigne.
Enrica
Malatesta
"DIMENTICARE SE STESSI"
IL SEGRETO SULLE CONNESSIONI
FRA MALATTIA E CIO' CHE LA PRODUCE.
Non
si ricorda più niente … diluvio universale … blackout … il
buio: è l'Alzheimer, malattia silente generatrice di incertezze e di
tribolazioni di persone che non sanno cosa per essi possa
significare.
Il
rischio che si corre, di essere colti a subire “buchi di memoria”
con un clik.
Infatti
un dispositivo d'indagine ha individuato un setting clinico in cui
ricercatori, paziente e famiglia possono stabilire una solida
alleanza di lavoro.
“DIMENTICARE
SE STESSI”, in uscita in tutte le librerie, rappresenta
un'autorevole pubblicazione della casa editrice PICCIN Nuova
Libraria.
E'
una testimonianza essenziale alla psico-geriatria come “corpus
nuovo” a cui una psicologia dell'invecchiamento da un contributo
essenziale.
Il
libro nasce dal lavoro laborioso e scrupoloso di Maria C. Quattropani
ed Emanuela Coppola, ottenuto da un compendio accurato di 25 anni di
percorsi ed esperienze delle due autrici e dei due co-autori Roberta
Lampasona e Antonio Giorgi.
Siamo
davanti ad un eccellente lavoro scientifico, progettato e realizzato
in modo egregio per le esigenze degli anziani.
L'Alzheimer
è considerata l'epidemia silente, da anni sino ai giorni nostri,
della degenerazione celebrale. L'eccezionale lavoro scientifico nel
“DIMENTICARE SE STESSI” è la testimonianza che si può
progettare e realizzare interventi efficaci agli anziani e dei loro
caregivers.
L'unica
certezza su cui l'indagine scientifica ha fatto luce è
l'irreversibilità della malattia, identificata come un processo
cronico-degenerativo di morte neuronale. Dato che ha rappresentato un
inizio per il lavoro clinico e neuropsicologico. Questo dato ha fatto
sì che un nuovo inizio di lavoro prendesse vita. Il sapere che di
Alzheimer non si guarisce ha spronato gli addetti alla ricerca ad
intervenire in maniera ossessiva sul danno celebrale attraverso
specifici trattamenti farmacologici, non sottovalutando tutte le
difficoltà in merito.
Non
tutti i pazienti rispondono allo stesso modo al trattamento a causa
dell'insorgere subdola della patologia che non ha un esordio
uniforme, ma varia a seconda alle caratteristiche personologiche,
biologiche e sociali del paziente. Grazie all'ampliarsi delle
conoscenze sulle caratteristiche neoplastiche del cervello, si è
arrivati ad un avanzamento conoscitivo capace di scalzare quelle
logiche riduttive del cervello, dando spazio e respiro agli approcci
olistici complessi atti a cogliere l'essenza della mente. Una mente
radicata nel corpo, con una memoria somatica che fa esperienza di sé,
degli altri e del mondo.
La
demenza di Alzheimer, una volta diagnosticata non può avere nessuna
remissione. Le prognosi favorevoli riguardano, nel migliore dei casi
cospicuo rallentamento della patologia che è proporzionale alla
capacità dell'intervento. Certamente non è risolutiva per la
malattia, ma serve a rendere migliore la qualità della vita del
malato e dei loro familiari.
Tuttavia
l'intervento deve essere tempestivo attraverso trattamenti
psicologici integrati, come riattivazioni, riabilitazione sociale,
cognitive, psicoterapia di gruppo per una dignità sostenibile al
paziente. L'obbiettivo è giungere ad una uniformità complessa del
rapporto tra mente, corpo e relazioni per una psiche in grado di
adattarsi e di rigenerarsi sia negli aspetti strutturali sia in
quelli funzionali, avvalendosi del grande patrimonio dell'esperienza.
Nell'attesa,
la ricerca neuroscientifica ci aiuti a fornire importanti risultati
sperimentali sul trapianto di neuroni e dai trial clinici sulle
cellule staminali; la psicologia clinica, nel frattempo non può
sottrarsi dal contribuire alle logiche della prevenzione, della
diagnosi e del trattamento precoce dei disturbi.
La
fiducia riposta nell'applicabilità delle ricerche deve rappresentare
un salto di qualità nella condivisione e nel riconoscimento nel
lavoro quotidiano.
Cicerone
affermava “se la memoria è la custode di ogni conoscenza,
allora siamo entrati nell'epoca della conoscenza on demand”.
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