Dalle Convenzioni Internazionali, la
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, proclamata dalle Nazioni Unite il
10 Dicembre1948, venne definita, in anni successivi, da Giovanni Paolo II una
vera pietra miliare sulla via del progresso morale dell’umanità.
Ma precursore e ideatore di tale Dichiarazione fu
il frate domenicano Padre Francesco de Vittoria, filosofo e teologo Spagnolo
(1483-1546), che contribuì grandemente alla preparazione della Carta dei
Diritti Indios. Carta che aveva lo scopo di salvaguardare i diritti delle genti
indigene in occasione della conquista delle Americhe.
I Diritti dell'Uomo proclamati nella
Dichiarazione sono espressione dell'eminente e inviolabile dignità di ogni
persona, e manifesta vocazione, unica e irrepetibile, a eliminare qualsiasi
differenza e ogni possibile discriminazione tra gli esseri umani.
Ma quale è il fondamento di tali diritti? Esso
parte dalla pura volontà degli esseri umani: volontà che è mutabile nella
stessa persona e si differenzia da persona a persona. E quand'anche le volontà
trovassero un accordo su un terreno comune, su un contesto etico condiviso,
risulterebbe minimale e debole per gli effetti. Affidare in maniera esclusiva
ai singoli Stati, con le loro leggi ed istituzioni, la responsabilità ultima di
venire incontro alle aspirazioni delle persone, delle comunità e dei
popoli interi può talvolta far insorgere delle conseguenze che escludono la
possibilità di un ordine sociale rispettoso della dignità e dei diritti
della persona. Benedetto XVI, nel discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni
Unite del 18 Apri 2008, affermava che "Quando vengono presentati
semplicemente in termini di legalità, i diritti rischiano di diventare
deboli proposizioni staccate dalla dimensione etica e razionale, che è il loro
fondamento e scopo".
Ogni nazione ha il fondamentale diritto
all'esistenza, alla propria lingua e cultura, con il quale il popolo si esprime
e promuove la sovranità: escludendo ogni violazione dei diritti umani
fondamentali, come l'oppressione delle minoranze. A costruire il futuro,
provvedendo ad una appropriata educazione alle generazioni più giovani.
Per l'assetto internazionale si richiede un
equilibrio tra il particolare e l'universale. Alla realizzazione sono chiamate
tutte le nazioni, dove il primo dovere è quello del rispetto e solidarietà con
tutte le altre nazioni.
Tuttavia esiste una stridente contraddizione tra
la solenne proclamazione de Diritti dell'Uomo e la loro attuazione e
applicazione. Si constata che esiste una dolorosa realtà di violazioni di ogni
tipo e in molti luoghi.
Un lungo cammino è stato già percorso, resta
ancora un lungo tratto da completare. Miglioni di donne, fanciulli e uomini
vedono tuttora minacciati i loro diritti alla vita, alla libertà e alla
sicurezza. Non sempre viene rispettata l'uguaglianza tra tutti e la dignità di
ciascuno, mentre nuove barriere vengono innalzate per razza, religione,
opinioni politiche ecc...
Promuovere giustizia e pace in tutti i campi
dell'esistenza sociale deve essere sempre un costante impegno, senza alcuna
sosta, di tutte le istituzioni nazionali e internazionali.
Lo ius
nature di Cicerone, fonte per tutto il diritto umano, dichiara: "cercherò
le radici del diritto della natura, sotto la guida dalla quale bisogna
sviluppare tutto il nostro ragionamento", quindi vera legge, retta ragione
conforme alla natura. Spinta propulsiva alla stesura universale dei diritti
umani.
Enrica Malatesta
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