lunedì 28 novembre 2011

CRONACA - LIBERTÀ DI STAMPA - VERA DEMOCRAZIA






Cos’è l’informazione!, quali i suoi limiti!, chi li gestisce!

Essa non si esaurisce nella sue scritture tecniche; è un’opera d’ingegno e come tale richiede a monte solida preparazione culturale, spirito di sacrificio, rinunce, abnegazione, distacco dalla vita familiare e associativa.

Quindi affrontando più da vicino l’attuale critica fase congiunturale dell’azienda giornalistica, rischia di essere spesso soggetta a interessi esterni che possono pregiudicare l’indipendenza economica e l’attendibilità.

Informazione è frutto del rapporto giornale-lettori. E per una piena conoscenza della realtà umana esistente oltre le strutture, è opportuno rimuovere errati miti di infallibilità, ossia pretese di infallibilità.

Il giornale non è un mito e non sono mitici i suoi protagonisti condizionati, anch’essi come tutti gli uomini che lavorano, da una serie di circostanze oggettive e soggettive, possono errare. Da questa premessa nasce l’informazione, arricchita dal contributo dei lettori che vi partecipano con dissensi o consensi. È purtroppo noto che in Italia ed in Europa c’è crisi di compratori più che, o oltre che, di lettori. La situazione nazionale denota chiaramente che la civiltà del benessere non è parallelamente seguita da una crescita culturale. Un discorso di partecipazione strettamente connesso a quello della libertà che il cittadino deve difendere con fermezza, individuando nella stampa libera un presidio individuale. La libertà o è intera o non lo è, né può essere contenuta da limiti che non siano quelli delle leggi comuni.

Del resto, basta osservare quanto avviene in regime tirannici: non appena si affermano si ha la soppressione della libertà di stampa. Autocontrollo, libertà, autocritica, continua costante verifica sono gli unici autentici garanti. Limiti che possono accettarsi per un’informazione improntata alla massima obbiettività, come la buna fede degli addetti ai lavori.

Nulla potrà soppiantare la parola scritta; e la crisi paventata del boom della televisione, con la miriade dei canali, sono naufragate in un processo integrativo fra i due mezzi di informazione. La radicalizzazione in tutto il mondo del fenomeno di regionalizzazione, è obbligatoria per una stampa che voglia rispecchiare sempre più aderentemente gli interessi economici e culturali della realtà sociale in cui si esprime.

L’unico scopo del giornalismo deve essere il servizio. Una penna non controllata serve la causa della distruzione, la stampa può essere utile se praticata con libera attività interiore o non utile: è il lettore che deve fare la sua scelta.

Euripide - Le Suppliche- scriveva “Questa è libertà quando gli uomini nati liberi hanno il dovere di consigliare il pubblico di parlare liberamente. L’uomo libero che lo fa si conquista la fama, e chi non lo vuole tace. Quale uguaglianza è migliore di questa per una città?

Enrica Malatesta

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