giovedì 20 ottobre 2011

SHEMÀ


Senza amore il cuore non sarà mai esaltato, come nessun bambino potrà essere senza latte.
Siamo all’ascolto: parliamo con tutti, anche con i muri: è un momento di umana comprensione che arricchisce ed insegna a lasciare i principi a casa! Per dirla in modo “scientifico”, cerchiamo di ispirare la nostra condotta alla teoria dei gradi di separazione e vedremo che si potrà arrivare dove  non si è osato neanche sperare.

                                                 Enrica Malatesta

KAROL WOJTYLA - L’ARALDO DI DIO



 22 OTTOBRE

Dall’urna argentea stanza
Vivo profumo esali
Tra il popolo fedel
Mesta la nostra voce
Dal tempio sale al ciel
Oh poi ci ridiscenda
Una rugiada d’oro
Che in gioia si discenda
Sul nostro immenso duol
Di chi in te fida spera
Ascolta Karol
Con l’inno la preghiera
Il fervido clamor
L’anima nostra affranta
Che prona al tempio resta
Oda ma pura desta
La voce del PADRE

                                                 Enrica Malatesta

mercoledì 19 ottobre 2011

"TALENTO DEI CANUTI" - L'ULTIMA CREATIVITÀ




“TALENTO DEI CANUTI” - L'ULTIMA CREATIVITÀ
-Magna fuit quondam capitis reverentia cani-
(grande era un tempo la riverenza per il capo canuto)

Ripartire per un nuovo viaggio è la capacità delle persone anziane di rimanere curiose, di inventare, scoprire, imparare, persino capovolgere il proprio modo di vivere: invecchiando ringiovanendo di testa.
Il tempo dell'esperienza e dell'apprendimento non si esaurisce con il passare degli anni, ma con il declino del sentimento e delle motivazioni.
La nuova frontiera della psicogerontologia nasce dalla constatazione che il declino fisico provocato dal tempo non sempre diminuisce le funzioni mentali. Non solo. Dal punto di vista della qualità delle funzioni intellettuali, quella che viene definita “età senile”, può risultare positive sorprese, dimenticare per alcuni una “età geniale”, grazie a nuove sollecitazioni e progetti, al libero corso dell'immaginazione.
Il canuto libero da costrizioni può esprimere e sviluppare pienamente la sua creatività. Succede a chi riesce a conservare in sé il “bambino” della sua infanzia. E a chi non si piega ai pregiudizi di una società che vede gli anziani fragili e dipendenti, se non ci sono gravi patologie, l'anziano può continuare in una intelligenza molto vivace. Molti scienziati hanno dimostrato che il cervello umano è in grado  di rigenerare le proprie cellule anche negli anziani. Un indubbio, può esserci, rallentamento dei processi cognitivi c'è con l'invecchiamento: il nostro cervello riduce la quantità di informazione che può elaborare per quantità di tempo. Ma è pur vero che possono essere mantenute abilità cognitive di livello alto.
Il nostro cervello non va in pensione. Se glielo chiediamo risponde al nostro comportamento nella vita quotidiana. Quanto più chiediamo quanto più il cervello cercherà  di rispondere.
Esistono tante vecchiaie quanti sono i vecchi che l'interpretano e la consapevolezza della morte può essere un formidabile stimolo per la mente.
Se c'è un crollo delle facoltà celebrali è da cercare più nella depressione che nelle malattie degenerative.
La concezione della temporalità estende il processo creativo e ne favorisce l'adempimento, non toglie valore al pensiero anzi..... il viaggio continua.
  
                                                                              Enrica Malatesta

sabato 15 ottobre 2011

San Francesco - poverello di Assisi




Nel silenzio di Assisi, solenne e sacro, con il timore di turbarlo con un fruscio di ali tutto è piccolo: è grande solo Francesco, invisibile agli occhi del corpo ma presente sempre dovunque a quelli dello spirito.
La visione della città francescana è simile ad una parola misteriosa sussurrata all’anima umana dalla stessa voce di Dio. Francesco si veste di un umile saio, dandosi alla  penitenza, alla preghiera, alle opere di carità, alla predicazione.
A Lui si uniranno molti giovani. Fonda l’Ordine dei Frati Minori basato sull’AMORE.
IL Poverello di Assisi amò tutte le creature, chiamò fratelli il sole, il fuoco, sorella l’acqua, la luna e perfino la morte.
Predicò agli uccelli, ai pesci ed ammansì il feroce lupo. Convertì i briganti.
Il suo canto più bello “IL CANTICO DELLE CREATURE” che compose all’alba di un giorno, durante l’ultima malattia che lo prostrò si, ma non vinto, dopo una notte insonne trascorsa sulla nuda terra.
Morì a soli quarantaquattro anni nella Porziuncola di Santa Maria degli Angeli.
Francesco, il servo e l’amico dell’Altissimo, fu specchio di rettitudine, segno visibile delle sue virtù, di ammirazione per la generosità d’animo ed integrità morale. Allontanava da se tutto ciò che potesse suonare offesa a chiunque e, cresceva con animo gentile. 
Ci sono frati che applicandosi insistentemente a pregare e uffici, fanno molte astinenze, molte mortificazioni nei loro corpi, ma per una sola parola, che sembra ingiuria verso la loro persona, o per qualsiasi altra cosa è loro tolta, scandalizzati, tosto si irritano.
Francesco, esortava i frati a cercare l’elemosina, usando argomenti come: “  andate, perché in questi ultimissimi tempi i Frati Minori sono stati dati in prestito al mondo, per dar modo agli eletti di compiere in loro le opere con cui meritarsi l’elogio del Sommo Giudice e quella dolcissima Assicurazione”: e” ogni volta che l’avete fatto a uno di questi miei frati più piccoli , lo avete fatto a me” E continuando....” è bello andare a mendicare sotto il titolo di Frati Minori”, titolo che il Maestro della Verità ha indicato nel Vangelo come motivo di Eterna Ricompensa per i giusti.
Quando si furono compiuti in Lui tutti i misteri, quel anima santissima, sciolta dal corpo, fu sommersa nell’abisso della Carità Divina e l’uomo Beato si addormentò nel Signore. E immediatamente la sua anima santa, migrando dal corpo, seguì il Padre santissimo.
Un dottore in sacra teologia, rispondendo ad un religioso su alcuni passi di difficile interpretazione, svelò gli arcani della Divina Sapienza con tale chiarezza,  il padre santo come  librar d’aquila in volo, sulle ali della purezza e della contemplazione, mentre la nostra scienza striscia col ventre in terra. Non è illogico che il Santo abbia avuto in dono la comprensione, in quanto erano in lui verità in tutte le sue opere in quanto imitatore perfetto di Cristo portando in sè l’Autore, in quanto ripieno di Spirito Santo.                                        
                                            Enrica Malatesta

venerdì 14 ottobre 2011

SCHEMÀ

Flessibilità: per coltivarla prendiamo esempio dal bambù,
che non può essere spezzato neanche dai venti più impetuosi.

venerdì 7 ottobre 2011

Follia ......



Alla saggezza si deve mescolare anche la pazzia: che cosa è se non la storia dei furori di popoli e sovrani senza cervello? Tutto il mondo è affollato di folli. E tutti sanno che un bene è tale quanto più esso è diffuso in ogni parte del creato!
Si potrebbe concludere che la “pazzia” dev'essere qualcosa di eccezionale,  se la  sola ombra e la similitudine meritano lode da parte dei cosiddetti eruditi.
Ovunque si volga lo sguardo si possono scorgere volti che appaiono ebbri del divin nettare,al quale gli dei abbiano aggiunta alcune gocce  di nepente per cancellare ogni tristezza. Fino a poco a poco
renderli tristi e cupi come appena usciti dall'antro del girone e perdere l'orizzonte.
Bello è quando invece il sole, la mattina, inonda la terra con la sua luce dorata o dopo il freddo dell'inverno si diffonde l'alito vitale della nuova primavera, tutto si rinnova.
Vergognatevi invece, ”o grandi.......oratori” che per liberare dagli affanni il cuore di chi vi ascolta passate notti intere a scrivere discorsi terribili e noiosi e spesso inutili.
Guardate a coloro che ci sono riusciti con un solo sguardo.
Fingere a tempo e luogo pazzia è pur somma sapienza.

Enrica Malatesta


domenica 2 ottobre 2011

San Francesco - 4 ottobre


PERFETTA LETIZIA

Un di' Francesco l'acerbissimo freddo lo crucciava
Da Perugia verso S. Maria degli Angeli venendo
Chiamò Leone che gli ansava
Un poco avanti cominciò a parlare
Frate Leone se i fratelli minori
In ogni terra sian edificanti
E diano di bontà nobile esempio
Pur nota scrivi diligentemente
Che non è ivi perfetta letizia
E andando un poco più Francesco
Cosi' parlò per la seconda volta
Frate Leone se il frate minore
Renda l'udito ai sordi se l'andare
Renda agli zoppi ai mutoli il parlare
Il lume ai ciechi se i demoni cacci
Se distenda gli attratti e se anco i morti
Di quattro dì risusciti pur scrivi
Che non è questo perfetta letizia
Andando un poco ancora gridò forte
Frate Leone se il frate minore
Ogni lingua parlasse ed ogni scienza
Sapesse tutte le scritture in modo
Che profetare rivelar sapesse
Non solamente le future cose
Ma pur delle coscienze conoscesse
I segreti animi pur scrivi
Che non è in questo perfetta letizia
Ed un poco più oltre camminando
Francesco chiamò forte ancor
Frate Leone pecora del padre
Benché il frate minor parli con lingua
D'angelo sappi i corsi delle stelle
Le virtù delle erbe rivelati
Gli fossero   i tesori della terra
Conoscere le virtù dei pesci
Degli uccelli di tutti gli animali
Degli uomini delle acque delle pietre
D'alberi radici nota scrivi
Che non è questa perfetta letizia
Andando ancor un pezzo fortemente
Francesco seguì il suo dire
Frate Leone.... se il frate minore
Sapesse così bene predicare
Da convertire tutti gli infedeli

Alla fede nota e scrivi
Che non è ivi perfetta letizia
Durando un tal modo di parlare
Per ben due miglia ammirazione
Grande gli domandò frate Leone
Ti prego nel nome del Padre
Dimmi ove sia perfetta letizia
Francesco rispose quando
Bagnati dalla pioggia infangati
Di loto agghiacciati per il freddo
Afflitti dalla fame giungeremo
Umilmente picchieremo alla porta del luogo
Il portinaio adirato dirà chi siete voi
Noi risponderemo aprivi siamo vostri frati
Lui dirà....no voi non dite il vero ché anzi
Voi siete due ribaldi che andate
Qua e là girando ingannando il mondo
Rubando elemosina dei poveri
Andate via né ci aprirà e alla neve
All'acqua fuori ci farà restare
Col freddo con la fame insino a netto
Allor se tanta ingiuria sosterremo
Tanta crudeltà tante ripulse
Pazientemente senza turbamento
Senza mormor del portinaio
Con umiltà pensando con amor
Ch'ei davvero ci conosca e lo fa padre
Parlar contro di noi....frate Leone
Scrivi che in questo è perfetta letizia
E se noi nel bussar perseveriamo
Egli uscendo fuor tutto turbato
Ci caccerà con villanie schiaffi
Come gaglioffi importuni
Partitevi di qua fuggite via
E se tutto sosterremo con pazienza
Con allegrezza e amor.....frate Leone
Scrivi che in questa è perfetta letizia
 Se costretti dalla fame freddo notte
Insistiamo nel picchiare e di nuovo chiameremo
Pregheremo per amor del Padre
Con gran pianto quegli
Ancor più scandalizzato dirà
Costor gaglioffi importuni son
Li pagherò come son degni
Con bastone nodoso per il cappuccio
Ci getterà in terra nella neve
Con quel bastone quindi a mano
A mano in tutte le giunture batterà
Se noi pazientemente con somma allegrezza
Tali cose patir per amor Suo......
Frate Leone scrivi che in questo è perfetta letizia
Il fine del discorso prima d'ogni cosa
Sopra tutte le grazie tutti i doni
E' il vincer se stesso
Volentieri per amore
Pene ingiurie obbrobri disagi
Chè in tutti gli altri doni non possiam gloriarci
Perché nostri non sono ma del Padre