giovedì 29 ottobre 2015

PLANNED: FETI SMEMBRATI



                               PLANNED PARENTOOD

                             OF CENRAL MEDICAL

           

  TRAFFICO DI ORGANI E TESSUTI FETALI

                  PERMESSO DI NASCERE!!! 


CADE LA MASCHERA! ESCONO I RETROSCENI! DALLA FONDARICE MARGARET SANGET PIANIFICAZIONE DELLE FAMIGLIE, RAZZISMO, EUGENETICA, E STERELIZZAZIONI PROMOSSE DAL 1936. OGGI UNA MACCHINA CHE MACINA SOLO TANTO DENARO!

 

Margaret Sanger, fondatrice di Planned Parenthood – nella pratica la più grande rete di cliniche abortive degli Stati Uniti, oggi coinvolta in un gigantesco scandalo di traffico di organi e tessuti fetali a scopo di lucro –, era favorevole a questa dottrina che consiste nel limitare i matrimoni, promuovere la sterilizzazione ed eliminare fisicamente certi gruppi di individui portatori di geni “indesiderabili”, per “migliorare l’essere umano”. Ironicamente, la stessa Margaret Sanger era la sesta di 11 figli di una famiglia operaia di origine irlandese.

Le 5 citazioni seguenti riflettono le convinzioni della Sanger.

1. “Non è necessario che circoli l’idea che vogliamo sterminare la popolazione nera”

Come rivela una delle sue lettere al dottor Clarence Gambler, datata 19 dicembre 1939, la Sanger promosse la sterilizzazione di persone ritenute “inadatte”, come i neri, le minoranze etniche, i malati e gli handicappati. Secondo l’organizzazione statunitense Live Action, l’Istituto Guttmacher (ex divisione di ricerca pro-aborto della pianificazione familiare) ha stimato che gli afroamericani erano cinque volte più propensi a ricorrere all’aborto rispetto ai bianchi. Le cliniche di “pianificazione familiare” vennero quindi costruite strategicamente nelle comunità di neri e minoranze etniche. Ancora oggi, al 37% degli aborti si sottopongono membri della comunità nera, che rappresenta tuttavia solo il 13% della popolazione statunitense.

2. “Ho accettato l’invito a entrare in contatto con il ramo femminile del Ku Klux Klan”

Questa citazione è tratta da un discorso pronunciato da Margaret Sanger nel 1926 durante una riunione del Ku Klux Klan a Silver Lake, nel New Jersey, trascritto nella sua autobiografia. “Sono stata scortata fino al palco, sono stata presentata e ho iniziato il mio discorso… Penso che alla fine ho raggiunto il mio obiettivo attraverso semplici illustrazioni”.

3. “Sono (…) le erbe dannose dell’umanità”, “riproduttori irresponsabili”, “generano (…) esseri umani che non dovrebbero mai venire al mondo”

Nel libro Pivot of Civilization, la Sanger si riferisce ai poveri e agli immigrati, spiegando che nel loro caso la “carità” si basa sull’errore ideologico.

4. “Il controllo delle nascite consiste, né più né meno, nell’eliminazione delle persone inadeguate”

È in scritti come “L’etica e il controllo delle nascite” e “Il controllo delle nascite e la nuova razza” che la Sanger afferma che il controllo della natalità mira principalmente a produrre una “razza più propria”, eliminando chi ritiene essere “inadeguato”.

5. “Penso che il peccato più grande di tutti sia mettere al mondo dei figli”

Questa citazione è tratta da un’intervista del 1957 rilasciata al giornalista Mike Wallace: “Penso che il peccato più grande di tutti sia mettere al mondo dei figli – che hanno malattie a causa dei loro genitori, che non avranno la possibilità di diventare esseri umani degni di questo nome. Delinquenti, prigionieri, ogni tipo di cosa che è già inscritto nella nascita. Questo per me è il peccato più grande che si possa commettere”. Come soluzione, Margaret Sanger auspicava che ogni famiglia americana chiedesse al Governo il permesso di avere un figlio. Nel 1934 aveva già dichiarato alla rivista America Weekly che era diventato “necessario stabilire un sistema di permesso delle nascite”.

ENRICA MALATESTA

giovedì 22 ottobre 2015

RICORRENZA



                                                     22 OTTOBRE

                          "NON ABBIATE PAURA"

                      SAN GIOVANNI PAOLO II

 

DATA SCELTA DALLA CHIESA, 22 OTTOBRE 1987, QUANDO FECE RISUONARE IL SUO INVITO A TUTTI GLI UOMINI "NON ABBIATE PAURA, APRITE, ANZI SPALANCATE LE PORTE A CRISTO"

PROTETTORE DI FAMIGLIE E GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTU'




         



« Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa! »
 

Di solito, perché uno sia ufficialmente dichiarato santo, ne deve passare di acqua sotto i ponti del "Tevere, con il rischio che il suo ricordo si disciolga nel vischioso amalgama del tempo. Poche le eccezioni. Una ha riguardato papa Giovanni Paolo II, scomparso nel 2005. Con lui la burocrazia vaticana ha bruciato i tempi, accogliendo l'appello lanciato a gran voce dalle centinaia di migliaia di persone accorse a Roma a rendergli l'estremo riconoscente: «Subito santo!».

Il ricordo del papa venuto dall'Est è ancora vivissimo nel cuore e nella memoria di moltissimi. Chi ha qualche anno di più lo ricorda affacciato al balcone di San Pietro, sconosciuto cardinale di Cracovia, rivolgere con voce robusta ben impostata e in un italiano un po' acerbo, il primo saluto ai fedeli romani, dopo la sua elezione a sommo pontefice. O le parole con cui ha inaugurato il suo pontificato, il 22 aprile 1978: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa!».

Il suo è stato un pontificato lunghissimo, intenso e soprattutto missionario. Tantissimi i viaggi da lui intrapresi per incontrare lì dove vivono i cristiani di tutto il mondo e irrobustirli nella fede e sostenerli con la vicinanza nella carità.

Aperto al dialogo con tutti, in particolare con le altre religioni, i cui rappresentanti egli ha voluto incontrare ad Assisi, nel 1986, per pregare insieme per la pace nel mondo.

Attento ai giovani, che ricambiavano le sue attenzioni accompagnandolo e sostenendolo con il loro tonificante entusiasmo, specie nell'ultima fase della sua vita, debilitato dall'età e dalla malattia. A volte deciso, come nella Valle dei Templi ad Agrigento, quando, rivolgendosi ai mafiosi con inattesa durezza, ha invocato su di loro l'ira di Dio, se non si fossero convertiti. O quando ha puntato il dito minaccioso contro Augusto Cardenal, il mite monaco e poeta venezuelano, esponente della teologia della liberazione per lui, uomo vissuto sotto il regime comunista, pericolosamente imbevuta di marxismo rivoluzionario.

Autorevole e decisivo sullo scacchiere mondiale, tanto che gli viene riconosciuto un ruolo importante nella caduta del regime comunista in Polonia, sua patria, e poi nel resto della galassia sovietica.


ENRICA MALATESTA




mercoledì 21 ottobre 2015

                                     LA CHIESA 

                       CONCILIO VATICANO II 

                         LUCE PER IL MONDO 

 



Quando fu eletto Papa il cardinale Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia, alcuni, per la sua età avanzata, sentenziarono che il suo sarebbe stato un pontificato di transizione. Non conosciamo il pensiero degli elettori, possiamo però dire che diverso era il disegno di Dio. All'inizio del nuovo pontificato, mentre molti cercavano di scorgerne la nota caratteristica, la svelò il Papa stesso. Tre mesi dopo l'elezione, Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959 ai cardinali, riuniti nella sala capitolare del monastero benedettino di S. Paolo, annunziò la sua decisione di celebrare un concilio ecumenico. La risoluzione era scaturita dalla costatazione della crisi, causata nella società moderna dal decadimento dei valori spirituali e morali. Negli ultimi cinquant'anni, erano avvenute profonde trasformazioni sociali e politiche; erano maturati nuovi e gravi problemi, che esigevano una risposta cristiana. Prima Pio XI e poi Pio XII avevano pensato ad un concilio ecumenico ed avevano pure avviato gli studi preparatori, ma entrambi i tentativi, per varie ragioni, si erano arrestati. Alcuni anni dopo, Giovanni XXIII, con lo sguardo rivolto ai bisogni della Chiesa e del mondo, si accinse, con "umile risolutezza di proposito", alla grande impresa, che egli riteneva volere divino. L'annunzio del concilio, del tutto imprevisto, ebbe una vasta eco. Si accesero ovunque, all'interno e al di fuori della Chiesa, attese e speranze.Non mancarono supposizioni ed interpretazioni erronee, che il Papa provvide subito a correggere, precisando le finalità del futuro concilio. Fiducioso in Dio, senza esitazione, avviò la preparazione. Il 17 maggio 1959, festa della Pentecoste, istituì la commissione antipreparatoria, con il compito di procedere sollecitamente ad una vasta consultazione, per poter determinare gli argomenti da studiare.Esplorata la copiosa materia raccolta, il 5 giugno 1960, festa della Pentecoste, il Papa, con il Motu proprio Superno Dei nutu, tracciò le linee del complesso apparato preparatorio. In due anni di intenso lavoro, gli organismi tecnici allestirono, nella basilica vaticana, la grandiosa aula conciliare, e le commissioni preparatorie elaborarono gli schemi da sottoporre all'esame del concilio.Molteplici furono le difficoltà e quella prima redazione non fu immune da limiti e difetti, ai quali rimediarono in parte la sottocommissione delle materie miste e quella degli emendamenti. . Giovanni Paolo II, che fu Padre conciliare e partecipò attivamente ai lavori, afferma: «In verità, sarebbe molto ingiusto nei confronti di tutta l'opera del concilio chi volesse ridurre quello storico evento ad una simile contrapposizione e lotta tra gruppi rivali. La verità interna del concilio è ben diversa».La via fu lunga e non priva di travaglio, ma condusse, sotto l'azione dello Spirito Santo, alla luce della verità. L'8 dicembre 1965, in una mattinata fredda ma con un sole splendente, Paolo VI, sul sagrato della basilica di San Pietro, dopo di aver consegnato sette messaggi (per i governanti, gli uomini di pensiero e di scienza, gli artisti, le donne, i lavoratori, i poveri i malati i sofferenti, i giovani), chiuse il Vaticano II. Cominciava la difficile e delicata fase di attuazione.Giovanni XXIII volle un concilio pastorale e di aggiornamento. Questo suo pensiero fu da alcuni interpretato in senso riduttivo e distorto. Nella sua prima enciclica Ad Petri Cathedram, 29 giugno 1959, egli precisò che il concilio principalmente intendeva promuovere l'incremento della fede, il rinnovamento dei costumi e l'aggiornamento della disciplina ecclesiastica. Esso avrebbe costituito uno spettacolo di verità, unità e carità, e sarebbe stato per i fratelli separati un invito all'unità voluta da Cristo.Nella riunione della commissione antipreparatoria, il 30 giugno 1959 il Papa ripeté: «Il Concilio è convocato, anzitutto, perché la Chiesa Cattolica [...] si propone di attingere novello vigore per la sua divina missione. Perennemente fedele ai sacri principi su cui poggia e all'immutabile dottrina affidatale dal Divino Fondatore, la Chiesa [...], seguendo sempre le orme della tradizione antica, intende [...] rinsaldare la propria vita e coesione anche di fronte alle tante contingenze e situazioni odierne, per le quali saprà stabilire efficienti norme di condotta e di attività. A tutto il mondo essa perciò apparirà nel suo pieno splendore». Il Papa elevava, quindi, la preghiera al Signore perché, di fronte al nuovo rigoglio di fervore e di opere nella Chiesa Cattolica, anche i fratelli separati sentissero un nuovo richiamo all'unità.La parola "pastorale", nella mente del Papa, non si restringe a qualcosa di pratico, separato dalla dottrina: è inconcepibile una pastorale senza dottrina, la quale ne è il primo fondamento. L'ignoranza, il disprezzo e il disconoscimento della verità sono la causa e la radice di tutti i mali, che turbano gli individui e i popoli. Tutti sono tenuti ad abbracciare la dottrina del Vangelo; rigettandola, si pongono in pericolo i fondamenti stessi della verità, dell'onestà e della civiltà.Giovanni XXIII esorta, quindi, a presentare la verità con diligenza e ad acquisire il sapere che riguarda la vita celeste: «Allora soltanto, quando avremo raggiunto la verità che scaturisce dal Vangelo e che deve tradursi nella pratica della vita, il nostro animo potrà godere il tranquillo possesso della pace e della gioia»).Aprendo il concilio, il Papa l'11 ottobre 1962 dichiarò che il fine principale di esso era di custodire ed insegnare in forma più efficace il sacro deposito della dottrina cristiana; e indicò le linee di questo esercizio magisteriale. L'auspicato rinnovamento nella vita e nella missione della Chiesa deve compiersi nella fedeltà ai sacri principi, alla dottrina immutabile, seguendo le orme dell'antica tradizione: «Il concilio vuole trasmettere pura e integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti».Questa dottrina certa ed immutabile, fedelmente rispettata, deve essere approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo. Il Papa distingue tra lasostanza (l'intera, precisa e immutabile dottrina), "cui fidele obsequium est praestandum", e la forma (la presentazione), "quae cum magisterio, cuius indoles praesertim pastoralis est, magis congruat".La pastoralità del Vaticano II consiste nello studiare ed approfondire la dottrina, esprimendola in modo che possa essere meglio conosciuta, accettata ed amata. Senza pronunciarsi con sentenze dogmatiche e straordinarie, il Vaticano II avrebbe espresso, con la voce della carità pastorale, il suo insegnamento su molte questioni che al presente impegnano la coscienza e l'attività dell'uomo; non si sarebbe rivolto soltanto all'intelligenza speculativa, ma avrebbe parlato all'uomo di oggi qual è. Un magistero, dunque, nel quale brilli la nota del ministero pastorale.L'aggiornamento è inteso non come rottura con il passato o contrapposizione di momenti storici, ma come crescita, perfezionamento del bene sempre in atto nella Chiesa. Paolo VI afferma che Giovanni XIII «alla parola programmatica "aggiornamento" non voleva attribuire il significato che qualcuno tenta di darle, quasi essa consenta di relativizzare secondo lo spirito del mondo ogni cosa nella Chiesa: dogmi, leggi, strutture, tradizioni, mentre fu così vivo e fermo in lui il senso della stabilità dottrinale e strutturale della Chiesa da farne cardine del suo pensiero e della sua opera».In linea con l'indirizzo pastorale, Giovanni XXIII indica che agli errori bisogna opporsi con lo spirito di misericordia. Alla severità egli preferisce "la medicina della misericordia". Le dottrine fallaci, le opinioni e i concetti pericolosi hanno dato frutti così funesti che gli uomini sono già propensi a condannarli. Perciò conviene mostrare loro, con un insegnamento positivo, la verità sacra, in modo che essi, illuminati dalla luce di Cristo, possano "ben comprendere quello che veramente sono, la loro eccelsa dignità, il loro fine".Nelle finalità pastorali del Vaticano II rientra il dialogo con i Fratelli separati e il mondo moderno. L'intera famiglia cristiana non ha ancora pienamente e perfettamente raggiunta la visibile unità nella verità; "la Chiesa cattolica ritiene pertanto suo dovere adoperarsi attivamente perché si compia il grande mistero di quella unità, che Gesù ha invocato con ardente preghiera dal Padre celeste nell'imminenza del suo sacrificio". Gli uomini - afferma il Papa - non possono, senza l'aiuto dell'intera dottrina rivelata, raggiungere una completa e salda unità degli animi, cui è congiunta la vera pace e l'eterna salute. Di qui la sollecitudine della Chiesa nel promuovere e difendere la verità.I concili sono le pietre miliari del cammino della Chiesa. Essi incidono sulla sua vita, con l'approfondimento della dottrina, le riforme liturgiche e disciplinari, la scelta dei mezzi più idonei all'evangelizzazione. Un concilio apre sempre un'epoca nuova, nella quale la Chiesa compie un passo verso il futuro e progredisce nella propria missione. Notevole è anche l'influsso dei concili sulla società civile. Chesterton ha detto: «Tutta la nostra civiltà risulta dalle decisioni conciliari. Non si scriverà mai una storia di Europa un po' logica finché non si riconosca il valore dei concili».Il Vaticano II ha stabilito un punto di riferimento nella vita della Chiesa odierna, aprendo ad essa, sotto il soffio dello Spirito Santo, un nuovo cammino. Si è pronunziato su importanti argomenti ed ha consegnato alla Chiesa ricchi documenti di dottrina e di azione: quattrocostituzioni (una liturgica, due dogmatiche, una pastorale), nove decreti e tre dichiarazioni.Un nesso collega questi documenti, che formano un "corpo" organico di dottrine e di leggi per il rinnovamento della Chiesa. Le quattro costituzioni consentono l'interpretazione esatta dei decreti e delle dichiarazioni, che applicano ai vari settori della vita della Chiesa l'insegnamento del concilio. Una lettura selettiva e parziale, limitata all'uno o all'altro testo, non consente di valutare tutta la portata dell'insegnamento conciliare, ne falsa l'interpretazione ed è motivo di errate applicazioni. Il pensiero fondamentale, che pervade tutti i documenti, è il rinnovamento, con l'imitazione più viva di Cristo, che è al centro della Chiesa e tutti vivifica con il suo spirito.Il Vaticano II viene definito il concilio "della Chiesa", "di Cristo", "dell'uomo".
E.M

domenica 18 ottobre 2015




                                            EUROPA

                                   EUTANASIA  SU BAMBINI

                     PER VOLONTA' DEI GENITORI

                           
 

SE C'E' UN PECCATO CONTRO LA VITA, E' FORSE NON TANTO DISPERARNE, QUANTO SPERARE IN UN'ALTRA VITA, E SOTTRARSI ALL'IPLACABILE GRANDEZZA DI QUESTA.

 

La noticia ci arriva dalla Spagna. Una bambina che soffriva di una malattia degenerativa, è morta la mattina del 9 ottobre dopo che i suoi genitori le avevano tolto il 5 ottobre l’alimentazione artificiale. La bambina era ricoverata sotto sedazione nel Complesso Ospedaliero Universitario di Santiago de Compostela.

Il lunedì precedente, il Centro aveva accettato di ritirare l’alimentazione che Andrea riceveva attraverso una sonda diretta allo stomaco (gastrostomia) dopo la richiesta reiterata dei genitori perché le venisse data una “morte degna”.

Quattro giorni dopo il ritiro della sonda che la alimentava, la piccola, sottoposta solo a una minima idratazione, è morta.

Andrea aveva solo 12 anni e soffriva fin dalla nascita di una grave malattia degenerativa. Negli ultimi mesi la sua situazione si era aggravata ed era stata ricoverata nel Complesso Universitario Ospedaliero di Santiago.

Come conseguenza di questa situazione era stata sottoposta a una gastrostomia, ovvero veniva alimentata attraverso una sonda diretta allo stomaco.

I genitori hanno chiesto di ritirare la sonda lasciandole soltanto “una minima idratazione” perché con la morte “non venisse prolungata la sua sofferenza”.

Le offerte di aiuto ai genitori non hanno avuto alcun risultato. L’associazione Avvocati Cristiani ha dichiarato di recente al Gruppo ACI che la “gastrostomia è una procedura ordinaria e piuttosto comune, ed è applicata a molte persone più anziane che attraverso di essa riescono a vivere per molti anni”.

L’organizzazione ha suggerito ai genitori di cedere la tutela della bambina nel caso in cui non potessero prendersene cura, ma è stato tutto inutile.

Andrea è una delle più giovani vittime dell’eutanasia in Europa.


ENRICA MALATESTA
 

 

giovedì 15 ottobre 2015

LAGER!!

           

                  

                                COPENAGHEN

                             ZOO DEGLI ORRORI

              INVITA I BAMBINI A GUARDARE

              LO SVENTRAMENTO DEL LEONE

 

SECONDO I MEDIA, IL LEONE MESSO A DORMIRE, A CAUSA DEL FATTO CHE LA POPOLAZIONE DI QUESTI ANIMALI DELLO ZOO E' AUMENTATA. TUTTO SOTTO L'ATTENZIONE DEI MINORI PER MOTIVI SCIENTIFICI.

FINO AD ORA NELLO ZOO SI E' VERIFICATA UNA VERA MATTANZA PER TANTI ANIMALI  CON MOTIVI DIVERSI

Cucciolo di leone allo zoo dell'Oregon.  Foto d'archivio



Zoo di Odense nel nord-est Danimarca ha predisposto una nuova attività per le vacanze d'autunno nelle scuole, i bambini sono invitati a vedere come la preparazione sarà un leone, riporta 
il portale locale.

Secondo il portale, l'animale ha dovuto mettere giù un paio di mesi fa, a causa del fatto che la popolazione di leoni nello zoo è cresciuto troppo. Poi il corpo dell'animale è stato congelato.

". Dai, quando uno del personale Zoo sarà sezionare il leone Il processo sarà accompagnato da una spiegazione, sarà possibile vedere il cuore, i polmoni e altre parti del corpo dell'animale Se lo si desidera, sarà possibile esplorare da vicino l'intero processo sarà costruito su un dialogo.", - Ha detto in un dichiarazione sul sito web dello zoo.

L'appuntamento è fissato per il 15 ottobre. Lo stesso giorno ci sarà la preparazione e ratti.

La comunità mondiale è scosso dalla notizia dell'uccisione di una giraffa allo zoo di Copenaghen nel febbraio 2014. Nonostante le proteste, il personale dello zoo giraffa girato sano giovane Mario, che era nato a seguito di consanguineità. Egli ha sezionato gli occhi degli studenti, e poi in pasto ai leoni, aggiunge portale.

Nel mese di marzo, nello stesso zoo ucciso due vecchi e due dieci mesi di leoni. Come indicato nella istituzione sono fatti in modo da dare una possibilità al nuovo maschio di una famiglia.

Zoologo Michael Vollberg Sorensen (Michael Wallberg Sorensen) ha riferito che i funzionari Odense Zoo non si aspettano una reazione rabbiosa che è crollato davanti ai loro colleghi di Copenaghen.

".. Facciamo questo per mostrare come meraviglioso leone Come perfetto quei meccanismi di coping che lo hanno reso il principale predatore della savana Questo è qualcosa su cui ci concentreremo e mostrare ai nostri ospiti," - ha detto Sorensen, aggiungendo che in precedenza Zoo di Odense non lo fa visitatori critiche evocati.

Dobbiamo :ricordare il compito piu' alto dell'uomome' sottrarre gli animali alla crudelta'. La violenza ha le proprie radici nella dissolutezza

Enrica Malatesta

 

domenica 11 ottobre 2015

VATICANO



                                         SINODO

                           ENTRA NEL VIVO

 

CAMMINIAMO INSIEME PER LEGGERE LA REALTA'.......




“Vorrei ricordare che il Sinodo non è un convegno o un parlatorio, non è un parlamento o un senato, dove ci si mette d’accordo. Il Sinodo, invece, è un’espressione ecclesiale, cioè è la Chiesa che cammina insieme per leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio; è la Chiesa che si interroga sulla sua fedeltà al deposito della fede, che per essa non rappresenta un museo da guardare e nemmeno solo da salvaguardare, ma è una fonte viva alla quale la Chiesa si disseta per dissetare e illuminare il deposito della vita”. Con queste parole Papa Francesco ha dato il via ai lavori del Sinodo sulla famiglia dopo la Messa in San Pietro.
Papa Francesco  ha esortato i Padri Sinodali a fare spazio all’azione dello Spirito Santo: “Il Sinodo inoltre è uno spazio protetto ove la Chiesa sperimenta l’azione dello Spirito Santo. Nel Sinodo lo Spirito parla attraverso la lingua di tutte le persone che si lasciano guidare dal Dio che sorprende sempre, dal Dio che rivela ai piccoli ciò che nasconde ai sapienti e agli intelligenti, dal Dio che ha creato la legge e il sabato per l’uomo e non viceversa, dal Dio che lascia le novantanove pecorelle per cercare l’unica pecorella smarrita, dal Dio che è sempre più grande delle nostre logiche e dei nostri calcoli.
 Ricordiamo però che il Sinodo potrà essere uno spazio dell’azione dello Spirito Santo solo se noi partecipanti ci rivestiamo di coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa”.
Il coraggio apostolico non si lascia impaurire né di fronte alle seduzioni del mondo, che tendono a spegnere nel cuore degli uomini la luce della verità sostituendola con piccole e temporanee luci, e nemmeno di fronte all’impietrimento di alcuni cuori che – nonostante le buone intenzioni – allontanano le persone da Dio. «Il coraggio apostolico di portare vita e non fare della nostra vita cristiana un museo di ricordi» (Omelia a Santa Marta, 28 aprile 2015).
L’umiltà evangelica che sa svuotarsi dalle proprie convenzioni e pregiudizi per ascoltare i fratelli Vescovi e riempirsi di Dio. Umiltà che porta a non puntare il dito contro gli altri per giudicarli, ma a tendere loro la mano per rialzarli senza mai sentirsi superiori ad essi.
L’orazione fiduciosa è l’azione del cuore quando si apre a Dio, quando si fanno tacere tutti i nostri umori per ascoltare la soave voce di Dio che parla nel silenzio. Senza ascoltare Dio tutte le nostre parole saranno soltanto “parole” che non saziano e non servono. Senza lasciarci guidare dallo Spirito tutte le nostre decisioni saranno soltanto delle “decorazioni” che invece di esaltare il Vangelo lo ricoprono e lo nascondono.

Dopo l’introduzione del Santo Padre è intervenuto il cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi. Con le sue parole ha tracciato un efficace identikit dell’assemblea: “La nostra è un’assemblea ampia e composita, un affresco mirabile della cattolicità della Chiesa, in cui si riflettono le sensibilità e risuonano le voci di tutti i continenti. Quest’assise sinodale – ha recentemente affermato il Santo Padre – possiede «un respiro mondiale, che corrisponde alla dimensione universale del cristianesimo, ma anche alla portata universale di questa comunità umana fondamentale e insostituibile che è appunto la famiglia»”,ed ha anche richiamato l’attenzione sulla figura del Santo Padre: “Al tempo stesso, poiché il Sinodo dei Vescovi agisce cum Petro et sub Petro, capo e custode dell’unico Gregge di Cristo, esso diviene pure una peculiare manifestazione dell’unità della Chiesa cattolica edificata sul fondamento degli apostoli, tra i quali Simon Pietro è la roccia(cfr. Mt 16, 18), il discepolo prescelto dal Maestro per confermare i fratelli nell’unica fede (cfr. Lc 22, 32)”.

ENRICA MALATESTA


sabato 3 ottobre 2015

CELEBRAZIONE






                               3 OTTOBRE 2015

                                     TRANSITO 

                                              DI

 

                 SAN FRANCESCO D'ASSISI




IN OCCASIONE DEL TRANSITO DI FRANCESCO, VOGLIAMOLO RICORDARE CON LO STUPENDO FILM DI ZEFFIRELLI!!

PER TUTTE LE OPERE CAUSA D'AMORE SCUOTONO I CUORI E LA CONOSCENZA UMANA.
LA PACE, COME PIENEZZA DI VITA, NELLA VERITA', NELLA GIUSTIZIA E NELLA LIBERTA', E' IL TERMINE PIU' ALTO CHE OGNI UOMO E TUTTI POPOLI DEBBONO RAGGIUNGERE!!!!!
ENRICA MALATESTA

Una sintesi del grande film di Zeffirelli sul santo di Assisi. www.bombacci.com
YOUTUBE.COM

EVENTO




                      IMMAGINE ESCLUSIVA

                               TV 2000 

                  SAN FRANCESCO D'ASSISI 

 

RICOGNIZIONE DEI RESTI MORTALI, UN EVENTO RARISSIMO VERIFICATOSI SOLO QUATTRO VOLTE IN OTTO SECOLI


Tv2000 ha trasmesso in esclusiva le immagini della ricognizione dei resti mortali di San Francesco d’Assisi avvenuta lo scorso 25 marzo. La tomba venne aperta nel massimo riserbo lontano da riflettori e curiosi. L’emittente della Cei oggi mostra nel video esclusivo i resti, ridotti allo stato di scheletro, del santo.

Nelle immagini anche la lastra di travertino del sepolcro contenente il sarcofago in bronzo che dal 1820, per volontà di Pio VII, ne custodisce le spoglie, e la cassa in plexiglass, nella quale, durante la ricognizione del 1978 l’ossigeno è stato sostituito dall’azoto, per rendere neutro l’ambiente di conservazione. Al momento solenne, nella cripta della Basilica inferiore di Assisi, hanno assistito 150 frati francescani intonando il canto Laudato Sii in omaggio al proprio ‘padre’.

ENRICA MALATESTA



foto di Ubi major.

giovedì 1 ottobre 2015

RICORRENZA DEL TRANSITO



                            FRANCESCO D'ASSISI

                                 L'ARALDO DI DIO


 COMBATTUTO DA ALCUNI SUOI FRATI CHE LO OSTACOLAVANO PRETENDENDO DI MODIFICARE LA REGOLA. IL SUO DESIDERIO ERA DI APPLICARE LETTERALMENTE IL SANTO VANGELO, MA I FRATI CHE SI SENTIVANO PIU' LETTERATI E SAPIENTI, PRETENDEVANO DI MITIGARE I PUNTI PIU' RIGIDI, QUELLI CHE RICHIEDEVANO MAGGIORE PENITENZA E SACRIFICI PER L'IMITAZIONE INTEGRALE DELLA VITA DI GESU'.
COSI' GRANDE E FORTE LA LORO OPPOSIZIONE CHE FRANCESCO FU COSTRETTO A DIMETTERSI DAL GOVERNO DELL'ORDINE.

FRANCESCO SUPERAVA CON MOLTA UMILTA' TALI CONTRASTI E DICEVA: "E' SEGNO DI GRANDE AMORE", INFATTI OGNI SOFFERENZA PER IL "SERVO" SI TRAMUTAVA IN GIOIA AL SUO COSPETTO, E AFFERMAVA SONO PRONTO A SOSTENERE ALLEGRAMENTE OGNI PENA E OGNI AVVERSITA'  CHE TU PADRE MI VUOI MANDARE.
COSI' RIUSCIVA A SUPERARE TUTTE LE DIFFICOLTA' CON UMILTA' E LETIZIA. A NOI, COME SESSAGGIO, IL SUO ESEMPIO CI ESORTI A SAPER ACCETTERE ANCHE LE OPPOSIZIONI DEI PIU' CARI E I CONTRASTI NELL'AMBIENTE IN CUI QUOTIDIANAMENTE VIVIAMO, MA SEMPRE DIFENDENDO CON FERMEZZA, QUANDO CI SEMBRA UTILE, SIA PER IL BENE NOSTRO CHE DI COLORO CHE CI STANNO VICINO.

QUANDO GIUNSE IL MOMENTO DELL'ADDIO, VOLLE AGGIUNGERE AL "CANTICO DELLE CREATURE" ALCUNI VERSI DEDICATI A "SORELLA MORTE":
"LAUDATO SI', MIO SIGNORE
PER SORELLA MORTE CORPORALE
DA LA QUALE  NULLO HOMO VIVENTE PUO' SCAPPARE
GUAI A QUELLI CHE MORIRANNO NE LE PECCATA MORTALI,
BEATI QUELLI CHE TROVERA' NE LE SUE SANTISSIME VOLUNTATI
CHE LA MORTE SECUNDA NOL FARA' MALE"

ENRICA MALATESTA