martedì 24 gennaio 2017

UOMO...ANIMALE MALVAGIO




                                        ANGELI DELLA MORTE.....


                                      BOIA VESTITI DI BIANCO


                          DA ANNOVERARE SINO AI GIORNI NOSTRI!!!!



SCHOPENHAUER ACUTISSIMO NEL METTERE IN LUCE LA MISERIA MORALE E INTELLETTUALE DELL' UOMO ...CON LA SUA PERVERSIONE...INTELLETTUALMENTE, AFFERMANDO CHE LA MAGGIOR PARTE E' CIECA , "BESTIE SERIE" INCAPACI DELL'USO OBBIETTIVO DELL'INTELLETTO. COSI' MORALMENTE L'UOMO E' MALVAGIO, LA SUA GIOIA MALIGNA. L'ANIMALE MALVAGIO PER ECCELLENZA.
SCHOPENHAUER HA IMPRESSO COSI' SULL'UMANITA' IL SIGGILLO DEL SUO SDEGNO E DEL SUO DISINCANTO... COME DARGLI TORTO!!!

            

Ci sono nomi che pronunciarli implica un immediato corredo d’immagini talmente crude da mettere a dura prova lo stomaco, il concetto di umanità e quello di incredulità.Uno di questi è quello di Josef Mengele, l’Angelo della morte di Auschwitz.Mengele, all’interno del sistema criminale votato alla Soluzione finale, ha incarnato la banalità del male, la “malvagità pura”, il custode del vaso di Pandora delle atrocità più inenarrabili, una sorta di Anticristo umanizzato talmente spettrale da gettare nel panico gli ufficiali nazisti in sua presenza all’interno del campo.Egli era il Lager..era la morte!. Era la selezione. Era quella voce del destino, “Links” (a sinistra) e “Rechts” (a destra), che sulla banchina decideva della vita e della gassificazione dei deportati. Era l’iniezione di fenolo, l’immediata esecuzione alla tempia, la cinica sperimentazione, la dissezione sui cadaveri ancora caldi poggiati su un tavolo di gelido marmo dopo la dose di Evipan e Cloroformio al cuore.Il mito della razza ariana lo indusse a eseguire le più orribili sperimentazioni, al prezzo di atroci sofferenze, e non solo....

Nel vecchio libro della storia dell’uomo ci sono annidati la coscienza di ognuno, che, oltre i giorni della memoria, della ricorrenza e delle celebrazioni, varcano i confini della latenza e dell’inconscio, ritornano sotto forma di pensieri funesti e inquietano la quotidianità del vivere e l’apparente serenità dell’anima. esseri umani adulti, sani, malati e nani, ma anche sui bambini e in particolare sui gemelli. Iniettava, ad esempio, negli occhi delle piccole vittime il colore blu di metilene al fine di convertirli dal castano; praticava, altresì, senza anestesia l’orchiectomia, l’asportazione dei testicoli, e inoculava nelle schiene delle donne dei veleni al fine di verificare i processi di sterilizzazione.


La cruda sperimentazione di Mengele, che amava collezionare feti, ossa e calcoli biliari, lascia solo immaginare il dramma psicologico di quelle povere cavie, sole e nude all’interno di quei freddi blocchi, defraudati dei sogni, dell’infanzia e dei genitori, in attesa di sevizie prive di una qualsiasi forma anestetica e della morte che paradossalmente correva a liberarli.

Nel perverso ingranaggio del male azionato dalla follia nazista all’interno dei campi di concentramento, un’altra roncola in camice si aggirava a mietere vite umane: il dott. Eduard Wirths. Anche lui ebbe un ruolo decisivo nella selezione e nella cinica e spietata sperimentazione ai danni degli internati.

A differenza di Mengele, morto in Brasile nel 1979, Wirths s’impiccò come molti altri medici nazisti per evitare la morte certa per mano degli alleati e soprattutto il peso dell’umiliante sentenza della sua coscienza. Era lui che strappava letteralmente i figli dalle madri, recidendo una seconda volta e per sempre quel “cordone ombelicale” imposto da Dio, con una buona dose d’impassibilità e sotto l’egida della volontà sterminatrice del Fuhrer.

Le mostruosità perpetrate da questi ufficiali nazisti, con altre indicibili crudeltà messe in atto dal Terzo Reich, fanno di Mengele e dei suoi colleghi l’emblema per eccellenza del fanatismo legato a una sorta di nazi-scienza, macellai tra le belve e antitesi umanizzata del giuramento di Ippocrate.


La Storia è colma di esempi in cui l’intelligenza umana, lo studio specialistico e la cultura si sono messi al servizio dei genocidi o della volontà del male per assurde teorizzazioni o ideologie criminali; la scienza al servizio della morte; la biologia quale arma di soppressione di massa; la professione medica al pari di quella dei monatti.
Angeli della morte in camice bianco hanno messo in atto, nel secolo scorso, nelle stanze di tortura ubicate a varie latitudini, azioni talmente criminali da oltrepassare i limiti del pensiero.


Scrive il dott. Robert Jay Lifton dell’Università di Harvard: “I nazisti non furono certamente gli unici a coinvolgere i medici nel male”. E ricorda “il ruolo svolto dagli psichiatri sovietici nella diagnosi dei dissenzienti come malati di mente, e nel farli internare in ospedali psichiatrici; quello dei medici in Cile nel ruolo di torturatori; quello dei medici giapponesi che praticarono la vivisezione ai prigionieri di guerra”; lo studioso americano segnala, altresì, casi in Sudafrica, negli Stati Uniti (con riferimento alle attività della Cia), in Russia e addirittura i medici turchi e la loro presunta complicità nel genocidio armeno.


E questa tipologia di sadismo umano, frutto dei perversi meccanismi della mente, in campo medico e paramedico, ha varcato, purtroppo, anche le soglie di questo Millennio, flagellando la spensierata quotidianità di vittime innocenti assurte, loro malgrado, agli onori della cronaca.


Come non ricordare, nel nostro Paese, il disprezzo della vita perpetrato dalla clinica degli orrori Santa Rita di Milano qualche anno fa? Una élite scientifica, costituita da primario, chirurghi, anestesisti e infermieri al servizio della morte, al fine di incassare i rimborsi del Sistema Sanitario Nazionale. Immotivate mutilazioni su degenti in piena salute o, nel peggiore dei casi e in barba a ogni forma di etica professionale o, semplicemente, barbarica, compiute anche ai malati in stadio terminale; seni e polmoni asportati ai fini contributivi.


Scenario simile all’ospedale di Lugo (Ravenna) dove l’infermiera Daniela Poggiali si è resa artefice, secondo la condanna di I grado, di un diabolico piano criminale ai danni di anziani e conoscenti.

Non un ultimo, in ordine di tempo, si ricordino le morti sospette all’ospedale di Saronno presumibilmente, secondo le accuse, causate dall’azione criminale di un medico e un’infermiera, amanti spietati.

Episodi, tutti, che richiamano a una malefica eloquenza: gli aguzzini vestiti di bianco, come surrogati dei loro colleghi nazisti teletrasportati ai giorni nostri, per devianza psichica o lucida razionalità, continuano a incarnare, nel migliore dei modi, la professione di carnefici.


Le corsie d’ospedale, tempio del male evocato da queste diaboliche presenze, si sono trasformate in moderne camere a gas con i posti letto assurti a loculi, in cui familiari apprensivi hanno abbandonato, loro malgrado, genitori e parenti a una sorte assurda e crudele.


Una verità, portata a spalla lungo la linea del tempo da iene sataniche, appare in tutta la sua indissolubile, aberrante crudeltà: la coscienza dell’uomo, di qualunque periodo storico e condizione socio-culturale, sembra sottomettersi alle ideologie perverse, ai sentimenti deviati e alla logica scellerata del dio Denaro.


A vincere, pertanto, saranno soltanto lo spettro di un vuoto etico di ritorno e la negazione di ogni elementare principio di responsabilità.

e.m


mercoledì 18 gennaio 2017

MONDO ALLA DERIVA!!





           UN POVERO MONDO DI SOLO RICCHI



                       GRANDI DISUGUAGLIANZE CRESCONO!!!!!!!!


               



Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International, userà quest’anno tutta l’influenza che deriva dal suo ruolo di co-chair al Forum per chiedere un’azione urgente volta ad arginare la marea crescente della disuguaglianza, partendo da una proposta di contrasto reale all’elusione fiscale delle multinazionali e da una spinta verso l’adozione di un trattato globale di lotta ai cambiamenti climatici.
E' il documento di analisi pubblicato oggi da Oxfam, da cui emerge che l’1% della popolazione ha visto la propria quota di ricchezza mondiale crescere dal 44% del 2009 al 48% del 2014 e che a questo ritmo si supererà il 50% nel 2016. Gli esponenti di questa elite avevano una media di 2,7 milioni di dollari pro capite nel 2014. Del rimanente 52% della ricchezza globale, quasi tutto era posseduto da un altro quinto della popolazione mondiale più agiata, mentre il residuale 5,5% rimaneva disponibile per l’80% del resto del mondo: vale a dire 3,851 dollari a testa, 700 volte meno della media detenuta dal ricchissimo 1%.
“Vogliamo davvero vivere in un mondo dove l’1% possiede più di tutti noi messi insieme?  – ha detto Winnie  Byanyima – La portata della disuguaglianza è semplicemente sconcertante e nonostante le molte questioni che affollano l’agenda globale, il divario tra i ricchissimi e il resto della popolazione mondiale rimane un totem, con ritmi di crescita preoccupanti.”
“Negli ultimi 12 mesi, i leader mondiali – dal Presidente Obama a Christine Lagarde – hanno più volte ribadito quanto necessario e importante sia affrontare il tema della grande disuguaglianza. Ma ancora poco è stato fatto in termini concreti ed è arrivato il momento per i nostri leader di prendersi carico degli interessi della stragrande maggioranza per intraprendere un cammino verso un mondo più giusto per tutti.”
“Se il quadro rimane quello attuale anche le elite ne pagheranno le conseguenze – afferma Roberto Barbieri, Direttore Generale di Oxfam Italia – perché non affrontare il problema della disuguaglianza riporterà la lotta alla povertà indietro di decenni. I più poveri sono poi colpiti 2 volte: perché hanno accesso a una fetta più piccola della torta e perché in assoluto ci sarà sempre meno torta da spartirsi, visto che la disuguaglianza estrema impedisce la crescita.”
Lo scorso anno, Oxfam ha dominato la scena a Davos, rivelando che gli 85 paperon de’ paperoni del mondo detenevano la ricchezza del 50% della popolazione più povera (3,5 miliardi di persone). Quest’anno il numero è sceso a 80, una diminuzione impressionante dai 388 del 2010. La ricchezza di questi 80 è raddoppiata in termini di liquidità tra il 2009-2014.
Oxfam chiede ai governi di adottare un piano di sette punti per affrontare la disuguaglianza:
  1. contrasto all’elusione fiscale di multinazionali e individui miliardari;
  1. investimento in servizi pubblici gratuiti, come salute e istruzione;
  1. distribuzione equa del peso fiscale, spostando la tassazione da lavoro e consumi verso capitali e ricchezza;
  1. introduzione di salari minimi e graduale adozione di salari dignitosi per tutti i lavoratori;
  1. introduzione di una legislazione ispirata alla parità di retribuzione, e politiche economiche che prevedano una giusta quota per le donne;
  1. reti di protezione sociale per i più poveri, incluso un reddito minimo garantito;
  1. un obiettivo globale di lotta alla disuguaglianza.

Il documento di analisi di oggi, che arriva dopo il rapporto di ottobre. Partita a peri merito:eliminare la disuguaglianza estrema per eliminare la povertà estrema.

Fa luce sul fatto che le grandi ricchezze siano passate alle generazioni successive e che le elite mobilitino ingenti risorse per piegare regole e leggi a loro favore. Più di un terzo dei 1.645 miliardari della classifica Forbes ha ereditato parte o tutta la ricchezza che detiene.
Il 20% dei miliardari ha interessi nei settori finanziario e assicurativo, un gruppo che ha visto la propria liquidità crescere dell’11% nei 12 mesi precedenti a marzo 2014. Questi settori hanno speso 550 milioni di dollari per fare lobby sui decisori politici a Washington e Bruxelles nel 2013. Nel 2012 negli Stati Uniti solo durante il ciclo elettorale, il settore finanziario ha speso 571 milioni di dollari in contributi per le campagne.
I miliardari che hanno interessi nei settori farmaceutico e sanitario hanno visto il loro patrimonio netto collettivo crescere del 47% in un solo anno. Questi settori, durante il 2013, hanno speso oltre 500 milioni di dollari in lobby a Washington e Bruxelles.
La preoccupazione di Oxfam è che il potere di lobby di questi settori possa essere un ostacolo alla riforma del sistema fiscale globale e all’adozione di regole sulla proprietà intellettuale che non precludano l’accesso dei più poveri a medicine salva-vita.
Come più volte ribadito da più parti, Fondo Monetario Internazionale in primis, la disuguaglianza estrema non è soltanto una pessima notizia per gli ultimi del mondo ma anche un danno enorme per la crescita economica.


Dal World Economic Forum di Davos, il "Rapporto denuncia" l’esplosione della disuguaglianza frena la lotta alla povertà in un mondo dove oltre un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollari al giorno, e 1 su 9 non ha nemmeno abbastanza da mangiare

E.M


          
                        

           

venerdì 13 gennaio 2017



                   LEONE XIII E BUFFALO BILL

      L'INCONTRO AVVENNE IL 3 MARZO 1890

WILLIAM F. CODY DETTO BUFFALO BILL DA UNA VITA AVVENTUROSA AVVINCETE CULMINATA CON LA CONVERSIONE....



                                           




    Entrato nella storia grazie alla sua attività di soldato e cacciatore, c’è un aspetto della sua vita che spesso non viene citato.
Noto massone, Buffalo Bill si convertì al cattolicesimo prima della morte, avvenuta all’età di 71 anni. E il 3 marzo 1890 avvenne un incontro personale con papa Leone XIII. 

La prima richiesta d’incontro con Leone XIII fu rigettata perché la Compagnia era numerosa. Poi però si permise a Buffalo Bill e a un gruppo ristretto di presenziare al passaggio del pontefice nella Sala Ducale, mentre si sarebbe recato nella Sistina per le cerimonie dell’anniversario dell’incoronazione.

 

Sul ‘New York Herald‘ dell’epoca si leggeva:
«Uno degli spettacoli più strani che siano mai stati contemplati tra le mura austere del Vaticano è stato l’ingresso sensazionale compiuto questa mattina da Buffalo Bill alla testa dei suoi indiani e cowboy


Tra affreschi immortali di Michelangelo e di Raffaello e in mezzo alla più antica aristocrazia romana, apparve improvvisamente una banda di selvaggi con le facce dipinte, coperti di piume e di armi, armati di accette e coltelli. Improvvisamente, una bella e cavalleresca figura apparve. Tutti gli sguardi si volsero verso di lui. Era il colonnello William F. Cody, detto Buffalo Bill. Salutò i camerlenghi con un largo gesto e avanzò tra i ranghi delle guardie».


Un’altra scena più bizzarra riportata dalla stampa, quella degli indiani che prima salutarono l’arrivo del Papa con le loro urla, quindi si prostrarono per la benedizione e, rialzandosi, tornarono a urlare.

Quanto bastò secondo alcuni cronisti «per far impallidire lievemente il Papa», secondo altri «per strappargli un sorriso incuriosito ».
Buffalo Bill portò in regalo a Leone XIII un bouquet e un cuscino di fiori che disegnavano il suo stemma. Il Papa gli fece invece dono di rosari e medaglie del pontificato (attualmente conservate al museo di Denver).Sulla conversione di William Frederick Cody – che ricordiamo essere stato massone – si è discusso più volte. 


Ovviamente anche la presenza in Vaticano sarebbe finita sui manifesti pubblicitari e pompata ad arte, mentre sarebbe stata immediatamente rimossa la sconfitta subita da Buffalo Bill e i suoi cow boy in una sfida con alcuni butteri di Cisterna di Latina nello stare in sella a puledri non domati. L’indomani Cody era già verso Firenze per un nuovo spettacolo. Appena arrivato un città una signora gli fece arrivare un crocifisso d’argento per congratularsi di essersi fatto ricevere dal Papa: altra notizia finita sui giornali.


Nel 1913 la fine dello spettacolo e quattro anni dopo la morte del Numero Uno, il 10 gennaio, appunto.

Nel pomeriggio del giorno precedente, padre Christopher Walsh, della cattedrale dell’Immacolata Concezione di Denver, città dove Francesca Cabrini aveva fondato orfanotrofi, lo battezzò, benché massone, nella Chiesa Cattolica.


Una conversione tardiva? O maturata ai tempi della benedizione di Leone XIII? Qualcuno scommette che sia stato Toro Seduto (amico di celebri missionari) l’artefice del passo in limine vitae. Per altri, l’esempio di qualche cowboy. O di un altro indiano.

E.M


                                         

martedì 10 gennaio 2017

POPOLO DEGLI INVISIBILI!!!!!!!!!






             
                 A COLLOQUIO CON IL CLOSCHARD


SE NON DOVESSI FARCELA SALUTATE IL PAPA DA PARTE MIA!


           
                               



       Avete presente una panchina ai giardini pubblici? Quelle della stazione o del supermercato? La scelta cade su quella più comoda al momento.


Dove c'è meno confusione e meno possibilità di doverla contendere con gli altri, soprattutto la sera, quando può succedere di tutto, specie se si è bevuto. Oppure la scelta cade sui giardini pubblici, dove mi sono sistemato, è più riparato, o allo zoo e il museo,dove il vento non ti prende d’infilata come alla stazione.



"Noi clochard siamo un’altra cosa", quindi anche una panchina ai giardini pubblici può andar bene. Molti ci ritengono una razza inferiore rispetto alle persone comuni ma io, con rispetto parlando, credo che non sia così: siamo semplicemente diversi. Non è facile spiegare.


"Io fino a trentasette anni facevo una vita brillante. Facevo l’imprenditore. Sveglia alle 6,30 del mattino, giacca e cravatta, ufficio alle 8, pausa pranzo alle 14, e poi lavoro fino a sera. L’indomani le stesse cose. Fino a quando l’azienda è fallita"



Quando mi dicevano che i problemi economici possono essere l’inizio della fine non ci credevo. Mi sono ricreduto. Se sei uno forte superi tutto, e ricominci meglio di prima, ma se sei debole…


Vieni preso da un senso di fallimento e di frustrazione che non immagini, pensi di essere un incapace, un cialtrone, un buono a nulla, avverti il senso del vuoto e all’improvviso ti accorgi che la tua proverbiale sicurezza non esiste più, ogni giorno perdi padronanza di te. Ti parlano e cominci a perdere il senso delle parole, non le associ alle cose, di giorno in giorno si svuotano di significato.



In bocca cominci a sentire un vago sapore di amaro. Hai sempre sete, come se la vita ti stesse succhiando la vita. La vita che succhia la vita… Non è facile da dire. E allora quella sete l’appaghi con quello che prima non immaginavi di usare: l’alcol. Prima qualche sorso, poi un bicchierino, quindi intere bottiglie. All’inizio pensi di controllarlo, poi ti accorgi che ti sei fatto risucchiare.



Resta il tramortito dalla vita e si ci sbronza per una notte, giri ubriaco per la città, urli, fermi la gente, e alla fine, esausto, ci si butta sul selciato, almeno al risveglio vede la luce dell’alba: ci si inventa un’illusione, una speranza, una voglia determinata di mandare a quel paese i sani principi e di diventare, una volte per tutte, cattivo.



Chi come me, nei momenti di buio, non è mai riuscito a vedere la luce, non ha illusioni. La persona debole è questa.Alla fine, senza sapere come e perché, ti ritrovi a dormire su una panchina che a poco a poco diventa il tuo mondo fatto di cartone, di giornali e di stracci.



Quando arriva l’inverno, con quelle gelate estreme, pensi che si paga per le proprie leggerezze. E allora senti la disperata esigenza di ripararti da qualche parte. 

È indescrivibile quando il gelo ti penetra nelle ossa, nei muscoli, nel cervello, nel sangue. Pensi di lasciare la panchina per qualche ora. Il tempo di fare sciogliere il ghiaccio che si è accumulato nel corpo e domattina-alle-sei-mi-riapproprio-della-panchina. Sì, perché il pericolo è che qualcuno si possa fregare il tuo mondo. Ed è una corsa continua. 

Un presidio continuo di notte e di giorno se abbandoni la postazione, magari per rovistare oltre il tuo raggio d’azione.



Tutto cambia con la primavera: dalla panchina vedi le gemme che si gonfiano nei rami, i fiori che sbocciano sotto di te, le tartarughe che si svegliano dal letargo e ti chiedono da mangiare.



Con l’estate...ah l’estate una goduria a respirare quell’aria profumata, mentre le cicale cantano annoiate. È il momento più bello e più poetico per noi.Ma ora è diverso. In questi giorni di freddo non si sa come finirà. In mezzo a tanta indifferenza, c’è molta bella gente in giro che cerca di aiutarti. Se sfortunatamente non dovessi farcela, "salutami affettuosamente tutti, compreso il Papa, che è bravo, e ringraziali da parte mia".

E.M

domenica 8 gennaio 2017

UNA GRANDE MENTE DEI NOSTRI TEMPI






                                   STEPHEN HAWKINK

                                UNA MENTE DI 200 QI


I MEDICI ALL'ETA' DI 20 ANNI GLI DECRETAVANO LA MORTE

 
                         


« Ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi... Per quanto difficile possa essere la vita, c'è sempre qualcosa che è possibile fare, e in cui si può riuscire. »

(Stephen W. Hawking)


Stephen Hawking nasce l'8 gennaio 1942, esattamente 300 anni dopo la morte di Galileo Galilei (come ama ricordare), egli ha affermato aver sempre rappresentato il suo modello.
Nacque dallo scienziato Frank Hawking (1905-1986) e da sua moglie Isobel Eileen Walker (1915-2013). Nonostante i disagi finanziari delle loro famiglie, entrambi i genitori frequentarono l'Università di Oxford, dove Frank studiò medicina e Isobel, Philosophy, Politics, and Economics.

I due si incontrarono poco dopo l'inizio della seconda guerra mondiale, in un istituto di ricerca medica, dove lavorava come segretaria e lui come un ricercatore medico. Vivevano a Highgate, ma Londra a quell'epoca fu bombardata, per maggior sicurezza Isobel decise di partorire Stephen a Oxford.

Hawking ha due sorelle, Philippa (1943) e Mary (1947), e un fratello adottivo, Edward (1956). Nel 1950, quando suo padre divenne capo della divisione di parassitologia, presso la National Institute for Medical Research, Hawking e la sua famiglia si trasferirono a St Albans, Hertfordshire. A St Albans, la famiglia era considerata molto intelligente e un po' eccentrica.


Già durante l'infanzia manifesta l'interesse per l'universo, alimentato dalle discussioni con i compagni e gli amici.
« Una delle cose di cui parlavamo era l'origine dell'universo e se ci fosse stato bisogno di un Dio per crearlo e per metterlo in movimento. Avevo sentito dire che la luce proveniente da galassie lontane è spostata verso l'estremo rosso dello spettro e che questo fatto dovesse indicare che l'universo è in espansione (uno spostamento verso l'azzurro significherebbe che esso è in contrazione).


Ero sicuro che dovesse esserci qualche altra ragione per lo spostamento verso il rosso. Forse nel suo viaggio verso di noi la luce si affaticava, e quindi si spostava verso il rosso. Sembrava molto più naturale un universo essenzialmente immutabile ed eterno. »


Il quoziente d'intelligenza di Hawking, secondo i test standard, è 160 o 165, pressappoco lo stesso che molti biografi indicano come il QI di Albert Einstein o Isaac Newton. Talvolta viene riportato che il suo QI in gioventù fosse 200; Hawking ha affermato di non avere idea di quale sia, e di non ritenere comunque un valore assoluto questo test.
E.M

giovedì 5 gennaio 2017

I MAGI




                   FESTA DELL'EPIFANIA



                          


I Magi arrivarono a Gerusalemme e, poiché conoscevano soltanto la data della nascita, ma non il luogo, chiesero informazioni per trovare il nuovo re per andare a fargli visita e adorarlo. Erode si turbò per questa rivelazione, sentendosi minacciato nel suo potere. Dopo aver consultato gli scribi e i saggi, i quali gli riferirono che, secondo la parola del Profeta, il Bambino sarebbe dovuto nascere a Betlemme, Erode informò i Magi, fingendo di essere interessato per andare egli stesso ad adorare il nuovo nato. 
Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, tornarono in Oriente percorrendo un'altra strada. 



Ma chi sono i Re Magi e i doni che portano?



Sacerdoti, saggi, stregoni, studiosi, la definizione è incerta, ma sicuramente provengono dall'Oriente. Sono essi stessi il collegamento simbolico tra Oriente e Occidente, essendo i primi pagani che vanno ad adorare, riconoscendolo come dio, Gesù. Sempre per la tradizione cristiana, i tre regnanti sono fratelli: Melchiorre, re dei persiani, Baldassarre, re degli indiani e Gasparre, re degli arabi.



I doni che portano sono anch'essi carichi di simbolismo e significato. 


L'oro, il metallo prezioso per eccellenza che sta a significare la regalità

L'incenso, un profumo da bruciare, molto usato durante riti e venerazioni religiose, simbolo di divinità.

La mirra, derivato di una pianta medicinale che, mischiato con olio, veniva usato per scopi medicinali, cosmetici e anche religiosi, come l'imbalsamazione; questo dono simboleggia la futura sofferenza redentrice di Gesù. E' usanza fare il presepe e aggiungere le tre statuine dei Magi dopo Natale, prima lontano dalla grotta dove c'è Gesù Bambino, e poi ogni giorno più vicino, fino all'arrivo la notte tra il 5 e il 6 gennaio.




Secondo il racconto evangelico di Matteo, Gesù nacque a Betlemme di Giudea, sotto il regno di Erode. 


I Magi partirono e seguirono la stella annunciatrice che li guidò e si fermò proprio sopra la grotta dove si trovava il Bambino. Provarono una grandissima gioia nel vederlo e subito si prostrarono e lo adorarono, aprendo i loro scrigni contenenti oro, incenso e mirra. 

E. M