sabato 29 settembre 2012

FURIT AESTATUS


FURIT AESTATUS                                                          
O ESTATE.......O ESTATE.... CHE COS'E' LA VITA

 
AL BOVE CHE SUL COLLE O LA PIANURA
BRUCA L'ERBA SE RONZANO MOLESTE
MOSCHE D'INTORNO E PUNGONO S'ACCENDE
SI RIMESCOLA BOLLE SI RIVOLTA
IL SANGUE ANNEBBIA AL SUO VEDER LE COSE
 ALLOR COME UN RICHIAMO DI REPENTE
ALZA LA TESTA E SCUOTE IL COLLO NON TROVA ALTRO RIMEDIO LI OCCHI
DIVAMPAN SANGUIGNI E LE NARICI
SBUFFAN FUMANDO UN SORDO MUGGHIO BREVE                                                 
ATTORCIGLIA LA CODA E ALL'IMPAZZATA
CORRE NE' STRADO PIU' VEDENDO CAMPI
E SOTTO LA CANICOLA CHE SFERZA
ALL'ASSILLO NON TROVA ALTRO RIMEDIO
ALLOR CHE FERMA PER UN POCO IL PASSO
O ESTATE ESTATE AL SOL CHE SULLA TERRA
PROIETTA I RAGGI  ANIMALI ARDONO
L'ARIA E TUTTO L'UNIVERSO MONDO
INFIAMMANDO FITTISSIMO VELAME
GETTA SUL VOLTO
L'ARIA CHE SI RESPIRA I CORPI E L'ALME
TROPPO INFOCATO E' IL SOL LE PREGHIERE
IMPLORANTI I GRIDI NON ASCOLTA
MA SPIETATO ALLE COSE ACCOMUNANDO
UOMINI ANIMALI COME BELVA
INFEROCISCE TUTTAVIA SUL MONDO
SECCAN LE BIADE PER I CAMPI I RIVI
NON GORGOGLIAN PIU' TRA SASSI ED ERBE
IMPOVERITI D'ACQUE A POCO A POCO
CALDO MOZZA AL RESPIR LA VITA
AFOSA E' L'ARIA.....O ESTATE O ESTATE CESSA
DALL'INFURIAR SUI VENTI ALMENO
UN RISTORO BREVISSIMO CONCEDI
SOFFI..MA TU NON ODI ANCHE SPIETATO
SEI NELLA NOTTE NON TI MUOVE ALCUNA
PITA' DI NOI COME SE GRIDI E PRECI
SUPPLICHEVOLI A TE NON ELEVASSE
LA MISERA PROGENE DEI MORTALI
ESTENUATO E' IL NOSTRO CORPO GLI ARTI
NON HA PIU' POSSA ASTRINGERE O ANDARE
NON HA PIU' FLUSSO IL SANICO
GUE RILASSATI
I NERVI SONO E' BRUCIA LA NATURA
TUTTO RIARDE E PERDE VITA O ESTATE
CESSA DALL'INFURIARE SOPRA I VIVENTI
E SULLA TERRA CHE PRODUCE FRUTTI
ARROVENTATO INFURIA SENZA POSA
COSI L'ESTATE COL SUO CALDO E ALITO
A NOI MITE NON DONA DI FRESCURA
INFURIA LO SPIRITO NEL MONDO
SPIRITO MALO AGLI UOMINI NEMICO
COME IN FORNACE IL FUOCO COSI IL VIZIO
FIAMME ATTORNO OH...FUOCO CHE S'APPRENDE
ALLA PAGLIA E AL LIQUIDO ELEMENTO
AVVOLGE NELLA VAMPA TUTTO STRUGGE
INFURIA IL MALE DENTRO L'ALMA SCENDE
DISTRUGGE OGNI PENSIER LO SFOLGORIO
DELLA MENTE VELANDO VERSO
AL SUO TOCCO IL CUORE COME
FRUTTO SUL MELO CHE DAL VERME E' ROSO
E SI DISFA COME ROCCIA SGRETOLA
QUANDO DAL GELO SI DISCIOGLIE O L'ACQUA
SOPRA LUNGHI SECOLI LE DACE
COSI' NELL'UOMO E' UN VENTO CALDO IL MALE
CHE SCAVA VERDE FIORI FRUTTI
L'ALBERO NON HA PIU'
DALLE BOLGIE INFERNALI E' RISALITO
ANGELO RIBELLE FIAMMEGGIANTE
RUOTA LA SPADA INCENDIA COLPISCE
MISURA CON L' CHE L'ORO
AVIDO SGARDO
TUTTA LA TERRA DOVE L'UOMO SI POSA
NELL'ANIMA GLI ENTRA IMPLACABILE
TORMENTA PERSEGUITA SOGGHIGNA
SENTE PER ENTRO ALLE SUE FIBRE IN CUOR
NEL CERVELLO NE SANGUE NELLE VENE
NELL'ALMA IN TUTTO L'ESSER FIAMMA
CHE LO MARTIRA IN UN'ANGOSCIA ORRENDA
AH QUI' SOPRA LA TERRA ORO E PIACERI
ODIO RABBIA VENDETTA ARDONO
A TROVAR ALTRA FONTE AHIME' CHE L'ORO
NON SAZI MAI NE SAZIANO I PIACERI
L'ODIO LA RABBIA LA VENDETTA QUNDOE AD OGNI BELL
L'UOMO S'E' ALLA TRIST'OPERA TUFFATO
ALTRO FOCO ACCENDE CON SCONTENTO
CON RIMORSO FA NELL'ANIMA UN VUOTO
SCAVA UN ABISSO OVE PRECIPITANDO
OGNI GIOIA SI PERDE OGNI LUCE
SOLTANTO AMORE L'ANIMA RIEMPIE
L'ODIO DIVIDE SPOPOLA DISTRUGGE
VASCELLO FANTASMA GLI OCEANI
SOLCA CERCANDO TERMINE DEL MONDO
ULTIMO PUNTO AH....IL TERMINE NON TOCCA
MAI ALTRI MARI POI TENTANDO IN VANO
FINCHE' RITORNA AL PRIMO SUO CAMMINO
A RIFAR IL VIAGGIO CHE GIA' FECE
MA CHE COSE' MAI LA VITA
SPINGE LO SGUARDO AD OGNI ESTREMO LIMITE
SCRIVERE PENSAR CANTARE SOGNAR
PALPITARE AD OGNI BELLO INTATTO
SERBANDO IN PETTO ARDENTE CUOR
SETE COCENTE CHE BRUCI IL CORPO
L'ANIMA RISTORO A UNA FONTE
POSSA TROVARE ALFINE O ESTETE...O ESTATE
CHE CON FURIA T'ABBATTI SULLA TERRA
CESSA DAL TUO FUROR....MA COS'E' MAI
DITEMI PER PIETA' CHE PRENDE E BRUCIA
TUTTA LA VITA...CHE COS'E' MAI

                                                                                      ENRICA  MALATESTA

ELUDERE.......ERODERE....

                                                                                                                      
In qualsiasi istituto di credito possono essere favorite e autorizzate transazioni e operazioni di ogni tipo, non soltanto all'insaputa degli Organi di Controllo che operano in campo di antiriciclaggio, ma addirittura all'insaputa dello stesso titolare di conto corrente, sul quale le operazioni ricadono (vicende, spesso, riportate dalla stampa). Da questo quadro di assoluta normalità è possibile aprire e movimentare, per più di un anno, un conto corrente che ha funzionato come un conte intestato a prestanome di qualsiasi paradiso bancario fiscale. Tale fenomeno si manifesta tanto più se si tiene conto dei mutamenti epocali in atto che sono determinati dalla crescente globalizzazione commerciale e finanziaria scarsamente governata per l'assenza di autorità, che ha il compito di controllare il ritmo e le modalità di espansione.
La localizzazione dei fondi può mutare repentinamente, generando così crisi di instabilità e, in casi estremi, anche conseguenze politiche, procurando perdita di ricchezza e di risparmio di intere fasce della popolazione con sistemi deboli, le quali avevano riposto affidamento sulla finanza internazionale.
In tale ottica non si può escludere tra le cause generatrici di siffatti pericoli, le pratiche criminali come il riciclaggio o gli immensi proventi delittuosi. Il Fondo Monetario Internazionale è interessato al fenomeno. L'ampiezza delle somme coinvolte e le attività criminali, che generano proventi illeciti, preoccupano le risorse e la stabilità macroeconomica sia sul piano nazionale che internazionale. In particolare si riversa sulla volatilità dei tassi, sulla crescita di instabilità dei passivi, creando effetti negativi  sul gettito fiscale e effetti di contaminazione delle operazioni legali.
Questi effetti negativi sui paesi creano l'effetto "bolla", prezzi degli attivi dovuti alla disponibilità di danaro sporco.
Una riflessione approfondita sull'aspetto riguardante tale problema è assolutamente necessaria.
In attesa, speriamo, in un futuro immediato, di una economia dal volto umano.


                                                                                                                       Enrica Malatesta


lunedì 17 settembre 2012

ECLESIA IN EUROPA - PACEM IN TERRIS



ESORTAZIONE DI DUE PAPI ALL'EUROPA: GIOVANNI PAOLO II E GIOVANNI XXIII

Il Papa, Giovanni Paolo II con il documento "Ecclesia in Europa", promulgato dopo l'ultimo Sinodo dei Vescovi Europei, proclama la Chiesa a poter entrare nel nuovo millennio con in mano il Vangelo! Documento che sia inteso da ogni fedele come esortazione conciliare ad acquistare, con una frequente lettura  delle Scritture divine, la scienza di Cristo, e che la Santa Bibbia continui a essere il tesoro per ogni cristiano, dove trovare nell'attento studio della Parola il nutrimento e la forza per attuare, giorno per giorno, la nostra missione. Prendiamo il Libro fra le mani e gustiamolo, ci riserverà delle difficoltà, ma darà anche gioia.... saremo colmi di speranza e capaci di comunicarla a ogni uomo e donna che si incontrano sul cammino.
Alla Chiesa che vive in Europa è chiesto di seguire la strada dell'amore; strada che passa attraverso la carità evangelizzante, impegno multiforme nel servizio senza soste né confini. La carità ricevuta e donata è l'espressione originaria nella quale nasce la speranza per ogni persona. L'uomo non può vivere senza amore. L'Europa non può non prendere atto del fenomeno della disoccupazione che costituisce un grande flagello in molte nazioni d'Europa. A questo si debbono aggiungere i crescenti flussi migratori
Il lavoro costituisce un bene cui la società deve farsi carico. E riconquistare giorno per giorno, tra fatiche e stanchezze, la coscienza della dignità di ogni uomo andando alla scoperta dei bisogni delle persone, e se necessario intraprendere nuovi cammini. Là dove più urgente è il bisogno e più debole sono l'attenzione e il sostegno l'ispirazione cristiana può trasformare l'aggregazione politica, culturale ed economica in una convivenza nella quale tutti gli europei si sentano a casa propria e formino una famiglia di Nazioni, ed altre regioni del Mondo sentirsi fruttuosamente ispirati. L'Europa ha bisogno di un salto qualitativo nella presa di coscienza della sua eredità spirituale. L'invito alla speranza non si fonda su un'ideologia utopistica, al contrario sia messaggio della salvezza; un Europa del terzo millennio che non faccia cadere le braccia.
Il tesoro ricevuto dalla fede cristiana fonda la vita sociale sui principi tratti dal Vangelo, le cui tracce si scorgono nelle arti, nella letteratura, nel pensiero e nella cultura delle nazioni. Una eredità che non appartiene solo al passato; è un progetto per l'avvenire da trasmettere alle future generazioni. E' la matrice della vita delle persone e dei popoli che hanno forgiato insieme il continente europeo.
L'Europa contempli Maria e riconosca che è materialmente presente nei molteplici e complessi problemi che oggi ci affliggono e la preghi di soccorrerci nell'incessante lotta tra il bene e il male, perché non "cada" o, caduta, "risorga".
Madre della speranza e della consolazione fidenti, ti affidiamo il futuro della Chiesa in Europa , tutte le donne e gli uomini di questo Continente.


                                                                                                            ENRICA MALATESTA

mercoledì 12 settembre 2012

LE CHIAVI DEL PARADISO - OFFSHORE -


        Con il termine inglese offshore, che può significare "fuori giurisdizione", si usa definire l'insieme di attività finanziarie condotte da una persona fisica o da un'azienda al di fuori della propria Nazione, attraverso l'utilizzo di norme e di agevolazioni che in alcuni paesi riducono o annullano il carico fiscale relativo, definiti appunto paradisi fiscali. A queste società, sebbene soggette a registrazioni, non viene richiesto di rendere pubblico il nome dei fondatori o dei proprietari, che possono rimanere tranquillamente anonimi. Le I.B.C. -International Business Company- possono essere trasferite senza necessità di un atto pubblico, in quanto la loro proprietà è legata al possesso di azioni al portatore, che sono liberamente scambiabili. Normalmente le I.B.C. fanno parte di una struttura societaria più complessa che le pone in contatto  con dei Trust o delle "società filtro".

(immagine di: ilsole24ore.com)
L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, O.C.S.E., è un organismo a cui sono associati i maggiori paesi più industrializzati. Tra i suoi compiti vi è quello di eliminare le "pratiche fiscali dannose", che possono danneggiare l'economia di altre Nazioni attraverso la messa in atto di regimi fiscali particolari, ed il controllo delle attività illegali legate al movimento di capitali.
Ma...... tra il dire e il fare.......! Con il trasferimento elettronico di fondi tra più paesi è diventato un sistema estremamente diffuso e non può più considerarsi appannaggio di pochi operatori.
I messaggi pubblicitari delle società che forniscono questo particolare servizio, fioriscono in modo eccessivo. 
Nei paradisi fiscali vengono create delle holding che sono delle scatole vuote e più delle volte sono quelle che aspettano di essere riempite. Sono chiamate le "società nel cassetto" -off the shelves-, create da studi professionali che le tirano fuori dal cassetto, pronte per l'uso, quando un cliente le richiede nel giro di 24 ore. La riservatezza è totale e garantita, le tasse non si pagano.
Inoltre dai tribunali dei paradisi fiscali non filtrano informazioni sulla identità dei veri beneficiari dei conti correnti intestati alle società offshore. La difficoltà per gli inquirenti è che molti paradisi fiscali non  rispondono alle richieste di assistenza. "......Taluni sostengono che tutto questo è immorale..." Altri sostengono che...." non c'è nulla di immorale nel proteggere i risparmi e i guadagni di una vita..."! Ma da quale parte sta il senso della "morale"per tali soluzioni.
In fondo, esiste ancora gente in grado di investire creando posti di lavoro operando e investendo gli utili nella comunità e riescono a incrementare ulteriori ricchezze. Che c'è di " immorale"?




                                                                                                                                                                                                                Enrica Malatesta

giovedì 6 settembre 2012

RIMPOSSESSIAMOCI DELLA SALUTE


                                               
Benché nelle persone ci sia una diffusa insoddisfazione nei confronti della medicina e dei medici, la maggior parte di coloro non si rendono conto che una delle ragioni principali dell'attuale stato di cose consiste nell'angusta base concettuale della medicina.
Al contrario, il modello biomedico è accettato e i suoi principi basilari sono integrati cosi' saldamente nelle nostra coltura, diventando il modello popolare dominante dell'infermità.
Questo atteggiamento rende molto difficile ai medici progressisti il compito di modificare i modelli di cura sanitaria corrente. 
Il malato vuole qualcos'altro e spesso non è contento finché non può andarsene dal medico con una ricetta fra le mani.
Oggi il metodo biomedico è assai più di un modello. Fra i medici ha acquistato lo status di un dogma e per il pubblico è inestricabilmente connesso al sistema culturale delle credenze comuni.
L'approccio biomedico alla salute sarà utile purché se ne riconoscano i limiti.
Gli scienziati medici dovranno rendersi conto  che l'analisi riduzionistica del corpo-macchina non potrà fornire una comprensione completa dei problemi umani.
La ricerca biomedica dovrà essere integrata in un sistema più ampio di cura sanitaria dove ogni infermità umana sia vista come risultante dall'interazione di mente, corpo e ambiente: studiate e trattate in accordo con tale concezione.
Trascendere il modello biomedico solo se si è disposti a mutare anche altre cose; questo passo avanti potrà esserci solo all'intera trasformazione sociale e culturale.

FONTE: “Il punto di svolta”-F. Capra, Feltrinelli

                                                          Enrica Malatesta

domenica 2 settembre 2012

GLI INDESIDERABILI - LEGGE 180

                                                            

Ricoverati coatti nelle cliniche


                                                                                                                                                                      
Immaginiamo una persona sola, benestante, senza parenti o, quand'anche con dei parenti, creduloni, o di modesta cultura e di poco scrupolo.  Immaginiamo  che la suddetta persona sia, come tutti più o meno possiamo essere, turbata da qualche disturbo organico, maggiore o minore che sia, e non sempre diagnosticabile. Potrà trattarsi di un esaurimento costituzionale o occasionale. Potrà anche trattarsi di una disfunzione dismetabolica, o essere un tumore ai lobi frontali di difficile rilevazione e non riscontrabile attraverso analisi.
Se la persona è sola e benestante, potrà venire con facilità spogliata dal tutore, dal servo infedele, dal coniuge. Questa è la meccanica: speculando sulle ansie delle vittime, deluse dalle cure inefficaci agli effettivi mali originali, viene praticata la terapia abusiva (subdola, segreta) attraverso pasti, bevande, mediante psicofarmaci consigliati pro tempore, da qualche ignaro medico. La sensazione dello stato mentale patologico della vittima degenera. Risultato dell'operazione: la clinica incasserà per quel ricovero, che non apparirà mai abusivo, poiché i nevrotici siamo tutti nel mondo di oggi.
Creata, così, la invisibile ma non meno ossessionante cortina di isolamento allo sventurato, il malizioso "illusionista" busserà alle porte del tribunale e con una sommessa e accorata istanza di interdizione o instabilità si attuerà la spogliazione delle sostanze al legittimo proprietario. 
Chi pensa a stroncare siffatti crimini che si costruiscono e si consumano sotto il naso della legge? 
La norma "Manicomi aperti", voluta dal noto psichiatra prof. Basaglia di Trieste, ha destato e desta preoccupazione sia nel metodo che nella validità della chiusura dei manicomi. Peccato che a tutt'oggi non è stato portato avanti il  lavoro del prof. Basaglia, anzi è stato lasciato nel limbo.
Arthur Schopenhauer affermava: "pazzo è colui che ha perso tutto tranne la ragione".
Spalanchiamo le finestre e le porte della nostra mente. Lasciamo entrare idee nuove. Non chiudiamoci in spazi mentali angusti e soffocanti, è tempo di ripulire l'aria stantia.

                                                                                                             Enrica Malatesta

CUSTODI DEL CREATO (1 settembre: "Giornata per la Salvaguardia del Creato")


CUSTODI DEL CREATO

In questa giornata, siamo tutti chiamati a difendere e custodire, come dovere morale, la bontà e la bellezza della natura. Ma come difendere l'ambiente dalle spregiudicate azioni dell'uomo? Solo attraverso una sana gestione del territorio, dalla manutenzione dei corsi d'acqua, dalla pulizia di boschi e sottoboschi, si possono prevenire disastri ambientali e geologici, e difendere le vite umane e l'ecosistema. La maggior difesa consiste soprattutto nel vivere l'ambiente secondo stili di vita nel rispetto del valore della natura e creando condizioni migliori per evitare lo spopolamento in atto, la desertificazione delle aree montane.
La biodiversità è ostaggio politico nelle mani di pochi, quindi non obbedisce a logiche scientifiche. Ancor peggio fanno i cambiamenti climatici e le perdite di habitat; a causa delle effetto cemento scompare il suolo fertile per l'agricoltura e l'habitat naturale di molte specie a rischio. Anche l'aumento delle temperature e la presenza invadente dei rifiuti costituiscono un richiamo irresistibile nelle città di alcune specie di animali. Per questi animali cittadini la vita è a rischio, visto che il declino è sempre dietro l'angolo, specie a causa delle irresponsabili irrigazioni con insetticidi tossici che distruggono il resto delle specie. Sicuramente neanche a noi non fanno bene.
La ricchezza della vita sulla terra sta proprio nella grandissima variabilità e la popolazione umana ha ormai compreso che difendere la biodiversità significa difendere gli stessi uomini dalla ecological crunch, ossia dalla "stretta ecologia", a cui sembriamo destinati..Ognuno di noi è chiamato a contribuire alla salvaguardia del patrimonio naturale, non solo è un dovere delle istituzioni, ma è una responsabilità etica della quale ogni cittadino deve farsi carico. I doni che ci sono stati dati devono essere custoditi come bene collettivo e con intelligenza lavorare nella libertà ad ogni suo sviluppo.
Osserviamo la rugiada. Osserviamo l'arcobaleno. Guardiamo la gioia negli occhi di un bambino. Guardiamo con gli occhi e con il cuore. Tutto questo è consapevolezza! I secondi volano, i minuti passano e niente ritorna. Ogni istante è speciale se è vissuto con l'essere consapevoli che anche noi siamo ospiti su questa terra.


                                                                                                                  Enrica Malatesta